Firenze, febbraio 2011. Dopo la passeggiatina governativa di inizio mese i giovani "occidentalisti" di Casaggì sono rientrati nell'inerzia più assoluta, rotta esclusivamente da continui e fastidiosi episodi di attacchinaggio invadente. La cosa ha annoiato un tale, che ha indirizzato una cosa che chiamano "lettera aperta" al referente istituzionale di quella brigatella di mangiamaccheroni...
Firenze, anno 2011.
I giovani "occidentalisti" di Casaggì a lezione presso la Scuola di Politica "M. Mattei".
Si noti la canna brandita con sobrietà dal precettore,
garanzia di metodi pedagogici all'insegna della tradizione.
I giovani "occidentalisti" di Casaggì a lezione presso la Scuola di Politica "M. Mattei".
Si noti la canna brandita con sobrietà dal precettore,
garanzia di metodi pedagogici all'insegna della tradizione.
Nel febbraio 2011 la micropolitica giovanile "occidentalista" a Firenze fa per un po' notizia per una rassegna governativa a cadenza annuale sulla quale, in questa sede, ci si è fatti un piacere di infierire senza la minima misericordia: basti sapere che la "popolarità" dell'iniziativa a Firenze è a tutt'oggi tale che solo un dispiegamento di gendarmi fuori dall'ordinario è in grado di tutelare partecipanti ed organizzatori da contestazioni di carattere eccezionalmente perentorio.
Ripartiti i governativi, a Casaggì Firenze sono rimaste le belle prove di incompetenza informatica, i copia ed incolla su qualche blog, e gli incolla ed incolla sui muri deputati ad accogliere le ciance della committenza.
E la committenza, ora come ora è alle prese con problemi ed imbarazzi di portata più epocale del solito, tali da metterne in ombra perfino le prove di quotidiana abiezione con cui ci ha da tempo abituato a convivere.
I nostri lettori sanno come la principale, nonché la più costruttiva ed utile, pratica politica dell'"occidentalismo" giovanile fiorentino sia rappresentata proprio dall'affissione abusiva. Voci di corridoio addossano ai suoi protagonisti anche una lunga serie di brutte abitudini, ma useremo loro la pura cortesia di non prestare ad esse orecchio.
Il 23 febbraio 2011 un certo Massimo Mattei, il famoso islamofobo da taschino che fa anche lo "assessore al decoro" o roba del genere e che già in passato aveva avuto non poco da ridire sul ciarpame "occidentalista" che ricopriva interi muri perimetrali, ha scritto una di quelle oziose lettere aperte che servono a riempire le gazzette.
Il destinatario è Francesco Torselli, per nulla estraneo all'operato di Casaggì e noto per la grande stima che nutre nei confronti del nazionalista antisemita Corneliu Zelea Codreanu, tra le minori pecche della cui Garda de Fier stava la propensione all'assassinio politico a sfondo mistico.
Questo, perché si abbia sempre chiaro quali modelli il politicame giovanile "occidentalista" presenta a quanti aspirino a far parte della servitù.
Riportiamo il testo della lettera per intero, con qualche considerazione.
Tra l'altro il cambiare dei tempi ed il rovesciarsi di tante sorti ci allontana ancora di più dall'esperienza di Mattei, perché nella nostra, anche a livello quotidiano, ci càpita di incontrare molti individui e molti gruppi che, nati pompieri, si avviano a diventare incendiari.
Diventare, non morire, perché di morire non hanno la minima intenzione.
Ma perché mai una "lettera aperta" proprio oggi?
Possiamo avanzare un'ipotesi.
E' probabile che su una certa scrivania -o meglio, su un certo tavolaccio nel sottoscala di via Di Credi, tenuto in pari con qualche tàcchia come in quel film con Enrico Montesano- sia planata la busta col totale delle sanzioni da pagare per aver sconciato tutta Firenze con le proprie menzogne, e che Massimo Mattei non abbia voluto perdere l'occasione per additare ulteriormente al pubblico disprezzo i referenti politici dell'iniziativa e farsi al tempo stesso qualche altra risata.
La situazione dell'"occidentalismo" peninsulare è seria, ma forse non tragica.
Quella dell'"occidentalismo" fiorentino è tragica, ma sicuramente non seria.
Casaggì finga per una volta di avere un minimo di dignità, rompa le righe e chiuda bottega.
Ripartiti i governativi, a Casaggì Firenze sono rimaste le belle prove di incompetenza informatica, i copia ed incolla su qualche blog, e gli incolla ed incolla sui muri deputati ad accogliere le ciance della committenza.
E la committenza, ora come ora è alle prese con problemi ed imbarazzi di portata più epocale del solito, tali da metterne in ombra perfino le prove di quotidiana abiezione con cui ci ha da tempo abituato a convivere.
I nostri lettori sanno come la principale, nonché la più costruttiva ed utile, pratica politica dell'"occidentalismo" giovanile fiorentino sia rappresentata proprio dall'affissione abusiva. Voci di corridoio addossano ai suoi protagonisti anche una lunga serie di brutte abitudini, ma useremo loro la pura cortesia di non prestare ad esse orecchio.
Il 23 febbraio 2011 un certo Massimo Mattei, il famoso islamofobo da taschino che fa anche lo "assessore al decoro" o roba del genere e che già in passato aveva avuto non poco da ridire sul ciarpame "occidentalista" che ricopriva interi muri perimetrali, ha scritto una di quelle oziose lettere aperte che servono a riempire le gazzette.
Il destinatario è Francesco Torselli, per nulla estraneo all'operato di Casaggì e noto per la grande stima che nutre nei confronti del nazionalista antisemita Corneliu Zelea Codreanu, tra le minori pecche della cui Garda de Fier stava la propensione all'assassinio politico a sfondo mistico.
Questo, perché si abbia sempre chiaro quali modelli il politicame giovanile "occidentalista" presenta a quanti aspirino a far parte della servitù.
Riportiamo il testo della lettera per intero, con qualche considerazione.
Caro Torselli,La lettera pare pervasa in vari punti da un tono apertamente irridente, che si alterna ad una piena e lodevole consapevolezza che Mattei dimostra di possedere quanto a limiti propri, di ex incendiario e di attuale pompiere, nonché di quelli di certi suoi compagni di strada, ex chissà cosa ed attuale nulla.
perdonami se svolgo una funzione pedagogica, lontana dalle mie ideologie esistenziali. Nella mia giovinezza ho creduto che in Russia si stesse bene, perché qualcuno me lo aveva detto, ma si nasce incendiari e si muore pompieri. Credo che un sano entusiasmo giovanile sia interessante e rappresenti uno stimolo per tutti, so cosa significhi sognare le rivoluzioni, comprendo che sia più facile rimanere affascinati da Che Guevara e da Evola, piuttosto che da Rotondi e Fioroni. Credo però che un conto sia sognare l’Impresa Fiumana e vedersi al comando di un aereo che getta volantini su Vienna e un altro è lodare e ricordare un pensatore che, per quanto stimolante e controverso, resta un ideologo della guerra e dell’imperialismo.
Caro Francesco vedo il tuo quotidiano lavoro in Consiglio e devo dire che sei uno dei consiglieri più attenti e partecipi al governo di questa città; vorrei consigliarti e consigliare, anche ai frequentatori del tuo circolo, un’attenta analisi sui personaggi storici da ricordare e sui quali avere un approfondimento. Ma soprattutto ti sarei grato se, per il decoro della nostra città, le pubblicità non venissero affisse fuori dagli spazi consentiti.
Massimo Mattei
Tra l'altro il cambiare dei tempi ed il rovesciarsi di tante sorti ci allontana ancora di più dall'esperienza di Mattei, perché nella nostra, anche a livello quotidiano, ci càpita di incontrare molti individui e molti gruppi che, nati pompieri, si avviano a diventare incendiari.
Diventare, non morire, perché di morire non hanno la minima intenzione.
Ma perché mai una "lettera aperta" proprio oggi?
Possiamo avanzare un'ipotesi.
E' probabile che su una certa scrivania -o meglio, su un certo tavolaccio nel sottoscala di via Di Credi, tenuto in pari con qualche tàcchia come in quel film con Enrico Montesano- sia planata la busta col totale delle sanzioni da pagare per aver sconciato tutta Firenze con le proprie menzogne, e che Massimo Mattei non abbia voluto perdere l'occasione per additare ulteriormente al pubblico disprezzo i referenti politici dell'iniziativa e farsi al tempo stesso qualche altra risata.
La situazione dell'"occidentalismo" peninsulare è seria, ma forse non tragica.
Quella dell'"occidentalismo" fiorentino è tragica, ma sicuramente non seria.
Casaggì finga per una volta di avere un minimo di dignità, rompa le righe e chiuda bottega.