Nel maggio 2011 l'"occidentalismo" fiorentino tenta di levare gli scudi contro la prospettata moschea. Sui risultati, e soprattutto sull'autorevolezza e sulla credibilità di certi "moderati", giudichino i lettori.
La nostra opinione su un'erigenda moschea fiorentina è oltremodo nota.
La moschea va costruita.
Va costruita a spese pubbliche.
Va costruita a spese pubbliche possibilmente distogliendo fondi a gendarmeria e forze armate.
Va costruita con materiali di pregio, e deve essere degna della città di Firenze, come degna della città di Firenze si volle la sinagoga di via Farini.
Va costruita in posizione centrale. L'ideale sarebbe il lato est di piazza Ghiberti, previa demolizione del brutto edificio che la opprime dagli anni Sessanta del passato secolo ed in cui ha sede un giornaletto di cui nessun individuo cosciente di sé sentirà mai la mancanza. Nel maggio 2011 a tenere il forte dell'"occidentalismo" fiorentino ci sono le solite tre o quattro gazzette ("IlFirenze" aveva avuto la sfrontatezza di allungare qualche offa perfino ad Aldo Torchiaro e logicamente è crepato nell'indifferenza generale con tutto il resto del baraccone) ed i soliti imbrattamuri.
Che alle gazzette sia dovuto per l'ottanta per cento il clima di sprezzante sospetto e di allarmismo menzognero in cui si trova da troppi anni a vivere chi professi un costruttivo e sincero disprezzo per il consumismo e per la prostituzione -ed ovviamente per i consumisti e per le prostitute- è un dato verificabile in molti modi.
Uno di questi modi consiste nel ricostruire il modus operandi con cui i gazzettieri soddisfano le necessità elettorali della committenza, presentando sistematicamente come credibili e competenti iniziative, organizzazioni ed individui che chiunque altro indicherebbe invece come puramente e semplicemente denigratori.
Il continuo fuoco di fila della gazzetteria contro i credenti fiorentini non conosce soste e non cambia registro neppure davanti alla disastrosa e maramaldesca gestione della politica estera da parte dello stato che occupa la penisola italiana. L'imam di Firenze Izzedine Elsir, non soltanto colpevole di esistere ma anche e soprattutto di aver trattato una certa Souad Sbai con una dose infinitesima della scostanza che costei meriterebbe, riceve anche le attenzioni di una sedicente "Associazione Musulmani Moderati" che un certo Andrea Marcon ha recisamente definito "sodalizio totalmente sconosciuto ma comico già nel nome". Questa "associazione", la cui principale attività pare costituita dall'emissione di comunicati per la stampa, dovrebbe fare capo ad un http://www.musulmanimoderati.com, dove come unico recapito si trova un numero telefonico di Roma.
Musulmanimoderati.com si presenta come un curato ripetitore delle ciarle islamofobe reperibili nelle migliori mescite e con un "manifesto" che pare dettato da un telegiornale governativo. Ovviamente ha anch'essa la sua schedatura sul Libro dei Ceffi, garanzia certificata di democrazia e di assoluta allergia alla violenza tranne quando serve ad esportare la democrazia di cui sopra. In altre parole, i materiali presentati in quella sede potrebbero essere pubblicati su un dominio a connotazione islamofoba senza sfigurarvi affatto.
L'associazione, nella figura del suo presidente, figura anche tra i promotori di una spassosa azione legale vòlta a tappare la bocca a Massimo Fini.
Ora, uno degli elementi che non variano mai, nella logica "occidentalista", è l'assunto secondo il quale le querele possono sostituire in ogni caso le argomentazioni. Il che aiuta a mettere le cose nella prospettiva corretta.
L'"associazione musulmani moderati" dà comunque prova di moderazione. Di così tanta moderazione dall'essersi espressa sfavorevolmente all'individuazione di uno spazio o di un terreno da destinare a luogo di culto per i credenti dell'Aquila.
Pare che all'Aquila la cosa abbia suscitato una certa ilarità.
Questo fa pensare che, così come gli "occidentalisti" sono soliti presentare come "esperti di Islam" quelli che in realtà sono degli esperti di tecniche di denigrazione, in questo caso l'espressione "musulmano moderato" significhi "occidentalista", puramente e semplicemente. Uno scritto di tutt'altro genere e di ben altra serietà sul concetto di moderazione nell'Islam è stato prodotto da Tariq Ramadan e pubblicato da Islam on Line. Il fatto che il suo autore sia inviso a Daniel Pipes e a Magdi allam è di per sé una piccola garanzia di obiettività e di competenza.
Resta da capire per quale motivo Izzedine Elsir avrebbe dovuto tenere un contegno meno che indispettito nei confronti di questa conventicola. La moschea a questi "moderati", ovviamente, non è un'occasione per la città; è un'occasione per gli "occidentalisti".
Non richiesta, non invitata, utile e necessaria ancor meno, rappresentativa di chissà chi, priva di ogni legame col territorio fiorentino e nel migliore dei casi buona soltanto a mettere bastoni tra le ruote, questa "associazione" si autoconsidera indispensabile per la gestione della moschea fiorentina.
In effetti, a rigore di logica non c'è nulla che vieti di affidare la custodia di un allevamento avicolo ad una cooperativa di volpi.