Nel luglio del 2011 continua a franare il castello di menzogne abiette su cui il politicame "occidentalista" ha costruito le proprie miserabili fortune. Questo vale anche, se non soprattutto, per il contesto fiorentino.


Firenze. Camicia nera di memoria eroica ed un onore che si chiama fedeltà. Un giovane "occidentalista" difende con ardimento le radici cristiane della civiltà contro l'islam invasore.

In questa sede si è dato il debito risalto alle dieci strategie della manipolazione mediatica identificate da Noam Chomsky, alle quali si rimanda per una migliore comprensione del testo che segue. Esaminata nell'ottica dello scritto di Chomsky, la propaganda politica "occidentalista" a Firenze emerge in tutta la sua pochezza argomentativa ed in tutta la sua abiezione di intenti. In questa sede abbiamo affrontato in modo particolare, negli ultimi mesi, la questione della prospettata moschea fiorentina e quella della comunicazione e della pratica politica di Casaggì Firenze.

Circa la moschea fiorentina gli "occidentalisti" invocano a gran voce che a sovrintendervi siano dei "musulmani moderati" sul cui conto ci sarebbe da avanzare più di un dubbio.
Particolarmente citata, in ambienti "occidentalisti", è una certa Souad Sbai.
Sui comportamenti correnti di Souad Sbai esistono materiali tali da autorizzare pesantissime e sarcastiche considerazioni su metodo, competenze e formazione in materia di discipline orientalistiche.
Questo, per quanto riguarda quelle che gli "occidentalisti" presentano ai sudditi come fonti credibili.
A fonti scelte con tanta cura e tanta lodevole competenza, si attribuiscono contenuti perentori in una completa assenza di contraddittorio, come nella logica della propaganda e, com'è sempre di più, anche nella logica della "informazione".
In altre parole, contraddire un "occidentalista" comporta il più delle volte il rischio di essere zittiti bruscamente se il contesto è quello televisionesco (di solito se ne occupa feccia con la cravatta di debordante grassezza) o il rischio di essere querelati se il contesto è quello gazzettiero (gli "occidentalisti" sostituiscono abitualmente le querele alle argomentazioni, come in AmeriKKKa). Il rischio è tanto maggiore quanto più si dispone di argomentazioni efficaci; questo significa che nella pratica "occidentalista", quella che si dice tanto attenta alle libertà dell'individuo e per la quale giustizia sociale ed Auschwitz sono praticamente la stessa cosa, è sufficiente ridere in faccia ad un grassone sfaticato per passare grossi guai.
Poi ci sono le volte in cui qualche cosa va storto.
E le volte in cui qualche cosa va storto stanno cominciando ad aumentare, facendo proprio pensare ai nodi che vengono al pettine.
Apprendiamo dal blog di Sherif el Sebaie che Magdi Cristiano Allam, del quale non è più neppure il caso di fare presentazioni, ha perso una causa civile contro la vituperata UCOII.
La cosa da sottolineare è che Magdi Cristiano Allam è voce ascoltatissima presso gli "occidentalisti" fiorentini, e che il gazzettame di area non perde occasione per mettere la diffamata UCOII nella peggior luce possibile.
Nulla di grave di per sé. Solo che cominciano ad aumentare le volte in cui qualcuno si ricorda che ci sono delle cose che non si devono fare, per esempio farsi intervistare da una gazzettina "occidentalista" per dare dell'assassino al prossimo.
Oppure accusarlo di voler avvelenare l'acquedotto.
La comunicazione politica "occidentalista" si avvale da annni ed anni di una panoplia di strumenti in cui primeggiano una fantasia sbrigliata ed una costante demonizzazione dell'Altro; fanno da complemento un controllo del mainstream pressoché assoluto ed un costante ignorare, svilire o criminalizzare il dissenso sotto qualsiasi forma.
In queste condizioni gazzette e televisioname possono tratteggiare ogni giorno un mondo completamente privo di agganci con la realtà; non esiste inezia "occidentalista" che non venga prontamente recepita e diffusa, una volta conferiti ad essa i crismi dell'emergenza planetaria.
Fare a meno di gazzette e scatole ciarlanti per qualche giorno e confrontarsi col reale fa sì che ritornando ad esse si abbia l'impressione, stavolta sì obiettiva e fondata su ottimi argomenti, di avere a che fare con il lavorìo quotidiano di individui privi di qualunque rapporto con il mondo reale e mossi esclusivamente, nel loro intento di conseguire un utile proprio o per conto della committenza, da una malafede inscalfibile alimentata tramite l'esercizio allucinato di una incompetenza quotidiana ed estesa a tutti i campi dello scibile.
Negli ambienti "occidentalisti" la disinvoltura con cui vengono trattate le gazzette amiche è estrema: tanto quelle prendono tutto per buono. Altrettanto estrema è la perdita dei legami col reale.
Il fatto, che è assodato e fuori discussione per chiunque non trascorra la giornata mangiando spaghetti e visionando pornografia ma assolutamente nuovo (e forse incomprensibile) per gli "occidentalisti", è che i risultati gazzettistici sono una cosa, la realtà è un'altra. Nella realtà succede, e c'è da sperare che succeda sempre più spesso, che il lavorìo gazzettiero si riveli tanto controproducente da non poter essere eluso nemmeno dal mainstream più servizievole.
Lasciando i protagonisti imbarazzati e cincischianti ad annaspare di chiarimenti e di tutele.



"...Scusate, sono dell'UCOII; avete mica visto passare Magdi Allam?"
"..No, noi siamo di Hezbollah, stiamo cercando Nello Rega..."