Il Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad incontra esponenti dell'organizzazione ebraica Neturei Karta. New York, agosto 2008. (Fonte: Ynetnews)

Una delle invarianze della produzione mediatica "occidentalista" è rappresentata dalla pressoché completa esclusione di qualsivoglia competenza di qualsivoglia genere dai contenuti presentati. Nel caso in esame questo modo di procedere permette di conferire inattaccabilità all'assunto secondo il quale la Repubblica Islamica dell'Iran sta preparando neanche tanto in segreto un arsenale nucleare da rovesciare sullo stato sionista per "cancellarlo dalla carta geografica".
Voci di questo genere occupano le gazzette da un bel numero di anni: gli Stati Uniti d'AmeriKKKa, ai tempi in cui gli armamenti atomici erano in una fase pionieristica, impiegarono circa sei anni per svilupparne. Ora, in tutt'altra epoca e con tutt'altri mezzi a disposizione, tocca interiorizzare il fatto che è almeno dall'inizio degli anni Novanta che la "atomica iraniana" viene data per imminente da torme di gazzettisti che ne collocano la disponibilità nel tempo a tre o a cinque anni di distanza dalla data dell'issue che pubblica la non-notizia del decennio.
Non si erano mai visti tempi tanto lunghi per l'approntamento delle armi necessarie ad una guerra d'aggressione.
Tra le altre cose che vale la pena notare nel cianciare gazzettiero, il fatto che il responsabile di tutta la questione viene di solito indicato in Ahmadinejad in persona, secondo la ridicola prassi che portò qualche anno fa le stesse gazzettine a parlare de "gli Stati Uniti di Obama" facendo di intere compagini statali la proprietà privata del presidente eletto. Un vezzo che spiega molte cose sull'atteggiamento che moltissimi gazzettieri e soprattutto la committenza del gazzettaio peninsulare -in cui abbondano frequentatori di minorenni ed altri individui di pari levatura morale peraltro perfettamente rappresentativi dei loro sudditi- hanno nei confronti della cosiddetta res publica.
Le persone competenti non ciarlano sulle gazzette e le considerano giusto un qualche cosa buono tutt'al più a fornire in ogni campo materiale per qualche confutazione o, nei casi più frequenti, per trascorrere qualche ora di sana allegria.
Da persona competente, commentando uno scribacchiamento gazzettiero secreto da qualcun altro che competente non è, Miguel Martinez di Kelebeklerblog ha riportato i passi che seguono.
Giusto una precisazione tecnica: l’Iran non ha mai minacciato di cancellare Israele dalla mappa:
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2006/jun/14/post155
Ahmedinejad citò la previsione dell’Ayatollah Khomeini, secondo cui “il regime che occupa Gerusalemme sarebbe scomparso dal palcoscenico del tempo” come era accaduto già al regime dello Shah in Iran.
امام عزيز ما فرمودند كه اين رژيم اشغالگر قدس بايد از صفحه روزگار محو شود
Questo è un fatto, poi ognuno può attribuire a tale affermazione il senso che vuole.
Il testo citato pone un curioso problema grafico: la versione diffusa ai media del discorso di Ahmadinejad sembra che differisse per una parola da quella del discorso originale di Khomeini:
صحنه nel discorso di Khomeini (che un dizionario online mi dà come “scene, stage, theatre, sphere of operations, arena, ring, rink”)
صفحه nel discorso di Ahmadinejad (che lo stesso dizionario mi dà come “page, sheet, plate, disc, surface, expanse, area, (of the moon) phase, (chess) chessboard, (gramophone) record, layer, stratum”).
Quindi nel primo caso, il regime occupante scomparirebbe dal palcoscenico del tempo, nel secondo caso dalla pagina del tempo.
La differenza potrebbe essere dovuta sia a un errore di memoria di Ahmadinejad, se parlava a braccio, sia a un errore di trascrizione successiva. Per chi si diverte a cercare una dichiarazione di guerra in una citazione fatta sei anni fa di un discorso fatto almeno vent’anni prima, comunque, il verbo محو شدن ha più o meno qualunque significato gli si voglia dare. Lo stesso dizionario http://www.dictionary-farsi.com offre:

to be effaced or obliterated
to fade (away)
to disappear
to be elimiated
to be fascinated
to become giddy.

L’ambiguità risiede nel verbo shodan che – come certe costruzioni turche e germaniche – ha sia senso passivo, sia senso medio: potrebbe essere tanto “venire cancellati” quando “cancellarsi”.