La cosiddetta "cronaca locale" pubblicata dalla "libera informazione" non veicola soltanto pornografia e menzogne, come una prima occhiata alle gazzette "occidentali" potrebbe far pensare. Essa confeziona anche e soprattutto news gradite alla committenza reperendo il minimo di informazioni necessarie in tre categorie di facts ben identificabili.
La prima categoria raccoglie qualsiasi cosa possa tornare utile ai fini elettorali, cementando quel clima di terrore, di allarme sociale e di sospetto reciproco che è l'unico che possa garantire all'elettorato passivo "occidentalista", notoriamente incapace di svolgere le più elementari mansioni lavorative che richiedano un minimo di competenza e di correttezza, i suffragi necessari ad ignorare da un lustro all'altro l'indirizzo dei centri per l'impiego.
La seconda categoria contempla qualsiasi elemento o fenomeno suscettibile di essere percepito dalla committenza come lesivo dei propri interessi economici. In questo caso il gazzettaio "occidentalista" tratta abitualmente la materia in modo da portare a termine il linciaggio massmediatico dell'elemento o del fenomeno inviso, ed insieme ad esso anche delle persone fisiche o giuridiche che vi abbiano un'attinenza anche solo ipotizzabile.
La terza categoria comprende i materiali forniti dagli "occidentalisti" stessi sottoforma di comunicati stampa o di delazioni, sulla base di iniziative personali o sollecitati in modo più o meno esplicito a quelli che i fogliettisti chiamano di solito "cittadini esasperati" e che in contesti più normali vengono invece definiti con vocaboli molto meno elogiativi.
Gli interessi della committenza vengono prima di qualunque altra cosa; in qualche caso passano persino avanti a quelli degli inserzionisti.
Sempre, invece, passano avanti a cose del tutto secondarie come il decoro, la logica, la decenza.
All'inizio di luglio 2012 il "Corriere fiorentino" ha a tal punto esaurito issues, questioni e problemi inventati da doversi rifare a non-notizie di dieci giorni prima, appartenenti alla terza categoria su delineata.
Di Mario Razzanelli abbiamo già avuto modo di occuparci; si tratta dell'esponente di maggior rilievo di quel prodigio di vitalità e di propositività politica rappresentato dalla Lega Nord di Firenze, dove è approdato dopo una serie di disinvolti cambi di casacca e dopo aver contribuito in una certa misura al liquescente avanspettacolo che l'"occidentalismo" fiorentino costituisce nel suo insieme.
Il contenuto necessario alla delazione è stato fornito da uno oscuro cameriere di Razzanelli, un Federico Bussolin che come tutti i mediocri dell'epoca presente ritiene che la maniera essenziale di attestare la propria unicità irripetibile di individui consapevoli consista nell'enumerare un gran numero di affari propri sul Cinguettatore e sul Libro dei Ceffi.

Il Cinguettatore ci restituisce la foto di un giovanotto ben vestito, la cui più rara ed elevata passione sarebbe rappresentata da un'organizzazione che paga molti soldi ad un certo numero di giovani uomini perché indossino calzoni corti tinti di viola anche in pieno febbraio e spingano qua e là con i piedi un coso rotondo in giro per un largo prato, cercando di non farselo portare via -sempre con i piedi- da un pari numero di giovani strapagati ma con i calzoni di un altro colore.
Forte di queste competenze, Bussolin può contare sul sostegno di un fogliettista di nome Marzio Fatucchi, che gli pubblica la foto di quelli che sembrano essere due extracomunitari nordamericani intenti a fornicare in pubblico. In poche righe Fatucchi ci fornisce il destro per qualche conclusione sarcastica.
«Ho scattato quella fotografia — racconta Bussolin — intorno alle 22.30». I due ragazzi erano stranieri, «visibilmente ubriachi o drogati» scrive Razzanelli. «Nessuno amico nei dintorni, altrimenti credo che li avrebbe fermati» insiste Bussolin. E soprattutto, secondo il racconto dei due reporter per caso, «non c’era nessun vigile, nessun carabiniere, nessun poliziotto». Soltanto Dante, a rimirar la scena.
Federico Bussolin si qualifica poche righe più in alto come "sospettoso"; la qualità dell'immagine allegata all'articolo, per la quale alle 22.30 è con ogni probabilità necessario utilizzare un flash, fa pensare che almeno nel caso degli "occidentalisti" fiorentini alla sospettosità non si accompagni la circospezione.
In secondo luogo, pare che ad infastidire i due "occidentalisti" sia essenzialmente il fatto che "a rimirar la scena" non ci fosse "nessun vigile, nessun carabiniere, nessun poliziotto"; il che fa pensare che le strapagate, ridondanti, onnipresenti e pletoriche formazioni armate cui lo stato che occupa la penisola italiana delega il controllo del fronte interno abbiano di solito un modo piuttosto singolare di trascorrere il loro orario di servizio.
In ultimo occorre dire che negli stessi giorni il "Corriere Fiorentino" ha seguito con moltissima attenzione le vicende che hanno infine portato al brutto esito imprenditoriale di uno spettacolo osceno cui doveva prestarsi una femmina già sottoposta a collaudo positivo da parte dei vertici peninsulari dell'"occidentalismo" politico.
Nella circostanza nessun "occidentalista" ha pensato bene di far udire la propria voce indignata.
Ora, chi si autoproclama difensore delle sedicenti "radici cristiane" dell'"Occidente" aderendo ad un "partito" politico che di questa difesa ha fatto per molti anni un punto centrale della propria propaganda politica dovrebbe almeno fingere una conoscenza del magistero pontificio e del catechismo della chiesa cattolica tale da sapere che cosa si pensa in certe organizzazioni della fornicazione e dei fornicatori.
Abbiamo invece motivo di credere che l'indignazione "occidentalista" faccia solitamente sfoggio di una sensibilità alquanto particolare e che si fermi in ogni caso sulla porta di conventicole e locali che delimitano un bacino elettorale da custodire con ogni cura. Un bacino elettorale di cui gli "occidentalisti" riescono a tutelare gli interessi e la rappresentanza politica in modo sicuramente appropriato.