Gerusalemme, una storia è un testo che ha i tratti del saggio monografico, del memoriale aneddotico e in piccola misura anche della guida turistica. Il suo registro linguistico non impone mai in maniera perentoria al lettore l'erudita competenza che lo sostiene. Franco Cardini è specializzato in storia medievale e in particolare in quella delle crociate; nelle prime pagine del testo ricorda che durante il suo primo viaggio nel 1977 coloro che lo accompagnavano non avevano dubbi sul fatto che il suo conoscerla nel dettaglio non fosse piuttosto frutto di una lunga permanenza.
Con l'eccezione di un capitolo introduttivo, di uno in chiusura costituito dalla proposta di intinerari di visita veri e propri e di alcune conclusioni finali, il testo segue cronologicamente la storia della città dalla fondazione nella prima età del bronzo fino ai primi anni del XXI secolo. Fin dai primi capitoli dedicati alla Gerusalemme più remota dell'insediamento gebuseo ed ebraico, l'A. sottolinea l'influenza che la sua condizione di città sacra a tre religioni ha da sempre sulle produzioni artistiche e letterarie che la riguardano o che da essa hanno tratto ispirazione e sulla ricerca archeologica e storiografica. Nel corso del volume Cardini rileva in più di una circostanza che la rivendicazione sionista di Gerusalemme come capitale unica e indivisibile oggi espone teoricamente tutto il territorio a un'archeologia intesa come recupero e valorizzazione delle tracce della Gerusalemme dei tempi di re David, di Salomone e di Erode -se e laddove presenti- a detrimento delle testimonianze romane, bizantine, arabe, crociate, ayyubidi, mamelucche, ottomane e coloniali. Un aspetto particolare di una realtà che secondo l'A. non si presta per sua natura a considerazioni oggettive in nessun campo. Nello sviluppo del volume il procedere della narrazione si fa per forza di cose sempre più dettagliato a livello evenemenziale con l'allontanarsi da quella remota antichità su cui più insiste la narrativa contemporanea di parte sionista o cristiano-evangelica. Dalla repressione della rivolta ebraica nel 70 d.C. all'edificazione di Aelia Capitolina, Cardini muove per affrontare il tema delle forme molteplici del pellegrinaggio cristiano (attestato almeno dal IV secolo) e della santa archeologia che, pur guidata da aspettative miracolistiche e tradizioni orali e comprensibilmente avvolta in un velo di leggenda, portò alla rapida identificazione di molte località citate nei testi sacri e alla persistente caratterizzazione della Gerusalemme come città santa per il cristianesimo.
Con l'eccezione di un capitolo introduttivo, di uno in chiusura costituito dalla proposta di intinerari di visita veri e propri e di alcune conclusioni finali, il testo segue cronologicamente la storia della città dalla fondazione nella prima età del bronzo fino ai primi anni del XXI secolo. Fin dai primi capitoli dedicati alla Gerusalemme più remota dell'insediamento gebuseo ed ebraico, l'A. sottolinea l'influenza che la sua condizione di città sacra a tre religioni ha da sempre sulle produzioni artistiche e letterarie che la riguardano o che da essa hanno tratto ispirazione e sulla ricerca archeologica e storiografica. Nel corso del volume Cardini rileva in più di una circostanza che la rivendicazione sionista di Gerusalemme come capitale unica e indivisibile oggi espone teoricamente tutto il territorio a un'archeologia intesa come recupero e valorizzazione delle tracce della Gerusalemme dei tempi di re David, di Salomone e di Erode -se e laddove presenti- a detrimento delle testimonianze romane, bizantine, arabe, crociate, ayyubidi, mamelucche, ottomane e coloniali. Un aspetto particolare di una realtà che secondo l'A. non si presta per sua natura a considerazioni oggettive in nessun campo. Nello sviluppo del volume il procedere della narrazione si fa per forza di cose sempre più dettagliato a livello evenemenziale con l'allontanarsi da quella remota antichità su cui più insiste la narrativa contemporanea di parte sionista o cristiano-evangelica. Dalla repressione della rivolta ebraica nel 70 d.C. all'edificazione di Aelia Capitolina, Cardini muove per affrontare il tema delle forme molteplici del pellegrinaggio cristiano (attestato almeno dal IV secolo) e della santa archeologia che, pur guidata da aspettative miracolistiche e tradizioni orali e comprensibilmente avvolta in un velo di leggenda, portò alla rapida identificazione di molte località citate nei testi sacri e alla persistente caratterizzazione della Gerusalemme come città santa per il cristianesimo.
Nell'esposizione delle vicende cittadine comprese fra la conquista persiana del 614, quella musulmana del 636 e quella crociata del 1099 Cardini tratteggia le vicende che fissarono il carattere peculiare della città in modo più o meno definitivo. L'arrivo dei faranji e le sue ripercussioni sulla cultura e sulla vita religiosa europee -con la diffusione dei sacri monti, la ripresa di temi e caratteristiche dell'architettura e l'ispirazione per una produzione letteraria ed esegetica destinata a una lunghissima persistenza- costituisce in ultima analisi il tema centrale del volume insieme alla convivenza ora armoniosa ora difficile dei tre monoteismi.
Il tema della convivenza acquista centralità nel testo con la descrizione della dominazione mamelucca e ottomana e con l'esposizione degli avvenimenti cittadini nell'età moderna e contemporanea. Uno dei fili conduttori dello scritto è l'assunto per cui esiste una corrispondenza biunivoca di una certa portata fra quanto accade a Gerusalemme e quanto accade in molti campi e in molta parte del mondo; una concezione in cui si contestualizza il tramonto concettuale dei "luoghi santi" e l'inizio dell'orientalismo conseguenti allo spostamento del centro geopolitico dal Mediterraneo all'Atlantico all'inizio dell'età moderna. I rimandi ai molti esempi di cronachisti e di pensatori occidentali ispirati dalla città si infittiscono nei capitoli centrali del libro, così come le digressioni sui rapporti tra Oriente e Occidente anche al di là del contesto immediato.
La nascita del sionismo e i cambiamenti imposti al tessuto e alla società cittadini dall'aumentare di una presenza ebraica che era stata minoritaria per molti secoli e dalle vicende dell'età contemporanea chiudono la trattazione propriamente storica del testo. Cardini non tratta con toni apologetici o giustificatori la condotta di nessuna delle parti interessate e men che meno quella delle potenze di volta in volta dominanti in un contesto in cui il divide et impera ha sempre comportato ritorni immediati e sicuri sotto il profilo della governabilità. Cardini d'altronde considera implicito che sorvolare sulla complessità delle vicende storiche di Gerusalemme non consenta di coglierne né le contraddizioni né lo spirito.
In chiusura, prima della digressione di un benedicamus Dominum che illustra lo spirito con cui l'A. ha trattato di Gerusalemme, si trova un capitolo che è un invito a una visita. Per la città vecchia andrebbero considerati quattro giorni almeno; e non si dovrebbe certo trascurare la città nuova, dagli edifici museali e civili dello stato sionista ai quartieri caratterizzati dalle ispirazioni più varie.
Franco Cardini, Gerusalemme, una storia - Il Mulino, Bologna 2012. 316 pp.
Il tema della convivenza acquista centralità nel testo con la descrizione della dominazione mamelucca e ottomana e con l'esposizione degli avvenimenti cittadini nell'età moderna e contemporanea. Uno dei fili conduttori dello scritto è l'assunto per cui esiste una corrispondenza biunivoca di una certa portata fra quanto accade a Gerusalemme e quanto accade in molti campi e in molta parte del mondo; una concezione in cui si contestualizza il tramonto concettuale dei "luoghi santi" e l'inizio dell'orientalismo conseguenti allo spostamento del centro geopolitico dal Mediterraneo all'Atlantico all'inizio dell'età moderna. I rimandi ai molti esempi di cronachisti e di pensatori occidentali ispirati dalla città si infittiscono nei capitoli centrali del libro, così come le digressioni sui rapporti tra Oriente e Occidente anche al di là del contesto immediato.
La nascita del sionismo e i cambiamenti imposti al tessuto e alla società cittadini dall'aumentare di una presenza ebraica che era stata minoritaria per molti secoli e dalle vicende dell'età contemporanea chiudono la trattazione propriamente storica del testo. Cardini non tratta con toni apologetici o giustificatori la condotta di nessuna delle parti interessate e men che meno quella delle potenze di volta in volta dominanti in un contesto in cui il divide et impera ha sempre comportato ritorni immediati e sicuri sotto il profilo della governabilità. Cardini d'altronde considera implicito che sorvolare sulla complessità delle vicende storiche di Gerusalemme non consenta di coglierne né le contraddizioni né lo spirito.
In chiusura, prima della digressione di un benedicamus Dominum che illustra lo spirito con cui l'A. ha trattato di Gerusalemme, si trova un capitolo che è un invito a una visita. Per la città vecchia andrebbero considerati quattro giorni almeno; e non si dovrebbe certo trascurare la città nuova, dagli edifici museali e civili dello stato sionista ai quartieri caratterizzati dalle ispirazioni più varie.
Franco Cardini, Gerusalemme, una storia - Il Mulino, Bologna 2012. 316 pp.