Il fiorentino Paolo Ciampi dedica alla pistoiese Leda Rafanelli una vita straordinaria il cui contenuto non si limita alla rassegna evenemenziale, cronologica, di contestualizzazione e di costume. Il libro è la descrizione dell'incontro con una personalità e con le tracce che una lunga esistenza ha lasciato negli archivi, nei cataloghi delle biblioteche, nelle librerie, nei repertori fotografici, negli epistolari.
Le tappe principali della lunga esistenza della Rafanelli -tipografa e poi editrice, scrittrice, chiromante senza strafare, anarchica sempre- sono alternate a considerazioni, aneddoti, citazioni biografiche dell'Autore e ricorrenti citazioni musicali dai Sex Pistols a Guccini passando per David Bowie; la sensazione è quella di trovarsi davanti a due narrazioni che riescono, a tratti, a condividere qualcosa al di là dei decenni che le separano. A unire autore e protagonista c'è innanzitutto il mestiere della scrittura; l'A. può indugiare sulle sue difficoltà intanto che presenta fonti, dati biografici e ambiente in cui la Rafanelli nacque e dopo studi regolari minimi diventò tipografa per necessità di vita. Alla fine del XIX secolo non si trattava di un lavoro come un altro, favoriva la passione per la lettura e metteva a contatto con i materiali di propaganda dei repubblicani, dei socialisti, degli anarchici, spesso stampati clandestinamente nelle pause di lavoro. A vent'anni la Rafanelli trascorre un breve periodo in Egitto; la permanenza ad Alessandria segna per la vita una personalità piuttosto rara nella penisola italiana, in cui convivono Islam e anarchismo. Leda stessa adotta elementi mediorientali nel vestire e negli arredi delle proprie abitazioni, e in seguito affermerà -anche se non sembra ci siano riscontri- di avere "sangue arabo nelle vene".
Ciampi inquadra la Firenze degli inizi del XX secolo in cui tornano i Rafanelli; la città che vide i Ciompi è luogo di passaggio e soggiorno per molte personalità del movimento anarchico; nel 1878 il re -scampato a Passanante appena il giorno prima- vi era stato accolto con un ordigno di dubbia attribuzione, e l'attentato era stato seguito da condanne basate sulle testimonianze di confidenti e delinquenti comuni. Qui Leda Rafanelli frequenta la Camera del Lavoro e inizia la collezione di denunce e di segnalazioni che sono il curriculum di ogni anarchico degno di questo nome. Nel 1902 si sposa con l'anarchico Luigi Polli già conosciuto ad Alessandria; la tipografia Polli-Rafanelli stampa opuscoli, propaganda e anche il primo romanzo che La Rafanelli scrive a venticinque anni dopo che editori affermati le hanno pubblicato articoli e opuscoli. L'A. ricorda quindi la lunga relazione della Rafanelli con Giuseppe Monanni, la nascita dell'anarcoindividualismo indicata da taluni nella loro rivista Vir e il trasferimento della coppia a Milano, appena in tempo per le prime performances artistiche di Filippo Tommaso Marinetti e di un futurismo in cui le parole anticipano e plasmano i fatti senza che L.R. se ne faccia irretire. Sono gli anni della fucilazione di Francisco Ferrer che voleva un'altra scuola sessant'anni prima di Lorenzo Milani, della visita dello zar Nicola II e della belle époque che va verso il baratro. Quelli in cui Rafanelli e Monanni fondano la Società Editoriale Milanese, poi Libreria Editrice Sociale; una casa editrice vera e propria con un catalogo di alto livello, da Stirner a Tolstoj passando per Kropotkin. L'anno della cometa di Halley Leda ha un figlio, Elio Marsilio detto Aini; il 1911 è un "anno spartiacque, porta che si chiude alle spalle e ciglio di precipizio di fronte" che inizia con la morte di Pietro Gori e continua col paroliberismo dei futuristi cui la Rafanelli continua a essere tranquillamente impermeabile. L'A. dedica invece varie pagine al pittore futurista Carlo Carrà, con cui la Rafanelli farà intendere cinquant'anni dopo di aver avuto "un'avventura lievemente passionale", e a Benito Mussolini, per il quale secondo Mack Smith Leda Rafanelli "non ebbe attrazione sessuale" mentre Petacco la ascrive al non certo ridotto numero delle sue amanti. Ciampi rileva comunque che anni dopo Mussolini cercherà di togliere dalla circolazione la propria corrispondenza con la Rafanelli.
Ciampi descrive gli scontri durissimi tra anarchici ed esercito nella Ancona del 1914; ancora qualche mese e i richiamati malediranno i futuristi, la loro passione per la guerra, il bellicismo di Maria Rygier o di Massimo Rocca alias Libero Tancredi, quello di Mussolini che apre una gazzetta interventista col denaro dei padroni della Fiat e della Ansaldo. Con Giuseppe Monanni in Svizzera per sfuggire alla coscrizione, la Rafanelli gira con il piccolo Aini varie località della penisola, da Firenze a Genova, cercando quantomeno di non operare a ulteriore danno di un movimento anarchico già falcidiato dalle divisioni, dalle defezioni, dagli espatri e dagli arresti. Nel frattempo torna Errico Malatesta, fonda a Milano Umanità Nova. E riprende l'attività editoriale di alto livello con il ritorno del Monanni dalla Svizzera. Proseguirà tra le crescenti difficoltà della repressione e la scomparsa di collaboratori preziosi (come lo stesso Polli) fino al 1925, e l'A. sottolinea come la censura fosse assai meno rigida nei confronti di romanzi e traduzioni che non verso le pubblicazioni periodiche. Una situazione che consentirà agli attivisti di mantenere qualche margine, consentirà alla Rafanelli di inserire in un romanzo di avventure una critica alle "imprese" coloniali dello stato che occupa la penisola italiana.
Gli anni della seconda guerra mondiale, racconta Paolo Ciampi, vedono la traumatica interruzione del rapporto con Giuseppe Monanni e un ritiro nel privato venato di irrealizzabili sogni di fuga, fino alla morte improvvisa del figlio nel 1944. Dopo un periodo peggio che precario Monanni viene assunto alla Rizzoli; le lettere tra la Rafanelli e Mussolini vengono pubblicate nel 1946.
La Rafanelli continuerà fino al 1971 a scrivere da Genova poesie e articoli, a tenere corrispondenza con altri esponenti del movimento anarchico. A novantuno anni Leda/Djali, la di se stessa, sarà sepolta a Staglieno nel djellaba che aveva preparato. Come aveva preparato il proprio necrologio in cui partendo per sempre, salutava tutti i compagni.



Paolo Ciampi, Nulla va perduto. Vita straordinaria di Leda Rafanelli. Edizioni Spartaco, S.Maria Capua Vetere 2022. 250 pp.