Il 7 gennaio 1978 due giovani militanti di una formazione politica di estrema destra vennero uccisi a Roma in un agguato teso davanti a una sede di partito, in via Acca Larenzia. Nel 1987 sarebbero stati per questo eseguiti cinque arresti. Quattro indiziati sarebbero stati assolti in primo grado per insufficienza di prove. L'infermiere professionale Mario Scrocca sarebbe invece morto in carcere, in circostanze per lo meno meritevoli di approfondimento.
Il romanzo di Valentina Mira interessa un arco temporale di una quarantina d'anni e intreccia temi autobiografici con vicende e personaggi legati a Mario Scrocca e alla sua morte. Sullo sfondo, una Roma in cui esistono e resistono persone poco propense a mettere in discussione un sistema di valori e un'agenda politica consolidatisi negli ambienti di un attivismo politico che in nulla ha perso la propria ragione di essere, nonostante la politica di rappresentanza e soprattutto la "libera informazione" tocchino da sempre vette quotidiane di vera e propria abiezione nel denigrarlo, nel negarlo e nel cancellarlo. Tra le prime pagine la Mira afferma che "Roma sorge dalla violenza. Da due parti inconciliabili, e dalla scelta di una delle due di prevalere sull’altra". Una geografia antropologica del tutto peculiare alla città ha reso per decenni rischioso addentrarsi in quartieri politicamente connotati come ostili presentando caratteri esteriori suscettibili di essere male (...o bene, a seconda della parte con cui si intende schierarsi) interpretati, e il genius di una parte o dell'altra ancora oggi è reso esplicito dall'iconografia rintracciabile nelle strade e nelle piazze. La Mira nota per questo come che la croce celtica commemorativa dipinta in via Acca Larenzia sia visibile dalle immagini via satellite, e descrive una delle commemorazioni annuali organizzate da una estrema destra romana che tiene molto al proprio martirologio. Nel 2008 a ricordare le vittime di via Acca Larenzia avrebbe presenziato una certa Giorgia Meloni, all'epoca inconcludente "Ministro della Gioventù" ma quattordici anni dopo madre non sposata e Primo Ministro nello stato che occupa la penisola italiana.
La narrazione ruota attorno alla storia degli anni Settanta e a due relazioni affettive in qualche modo legate a quel periodo; una perché in quel periodo è iniziata, l'altra perché nata in ambienti che attorno ad Acca Larenzia gravitano, non solo fisicamente. La prima è la relazione fra Mario Scrocca e Rossella Scarponi, nata nelle assemblee e nelle case occupate che sono il mondo dell'attivismo politico di Tor Pignattara. La seconda, quella nata trent'anni dopo fra l'A. e un individuo di orientamento politico opposto. Rossella Scarponi avrebbe infine pubblicato nel 2019 un libro sulla vicenda di Mario Scrocca; l'A. ha potuto contare anche su un rapporto personale con la Scarponi per descrivere le vicende di una famiglia formatasi in anni in cui "non devi per forza avvelenarti di individualismo meritocratico o foriero di sensi di colpa, e il rancore non è tossina privata, ma benzina per ribellioni". Un rapporto che non potrebbe essere più diverso da quello che l'autrice stringe con un giovane del suo stesso quartiere; il Tuscolano è il quartiere di via Acca Larenzia e l'influenza di una antropologia da frequentatori di sacrari vi detta minuziose regole nei rapporti affettivi e finanche in quelli di consumo. Il pendant di Mario Scrocca dimostrerà di non considerare gli uni gran che diversi dagli altri, in una condotta pedestremente diversa da quella che ci si aspetterebbe da certi autonominati custodi dei valori tradizionali e la cui pochezza l'A. descrive e definisce come caratteristica invariabile di un intero ambiente. "Sono ovunque e si mascherano bene. Fingono di parlare il linguaggio del popolo, ma in realtà il popolo lo sfruttano; gli rubano le parole d’ordine, si fingono specchio delle sue esigenze e nel frattempo gli tagliano le gambe favorendo solo sé stessi e quelli come loro: di solito altri ricchi [...] La loro tradizione è la menzogna. Il loro pensiero è vigliaccheria e mistificazione. La loro azione è la forma più perversa di vittimismo".
Valentina Mira scrive della morte in carcere di Mario Scrocca e dell'atmosfera di sbrigativa e scostante burocratizzazione con cui l'amministrazione carceraria sarebbe venuta a capo dell'accaduto, entrando nei dettagli di indizi, verbali, non detti e risultanze che con sempre maggiore convinzione col passare degli anni avrebbero fatto propendere per tesi molto diverse da quella del suicidio. I casi analoghi d'altronde non mancano e la Mira riesce a contarne ventidue solo dei più noti. Descrive comunque le circostanze che nell'immediato avrebbero portato la Scarponi a confrontarsi con guitti rapaci, esponenti della "libera informazione" perfettamente degni del proprio lavoretto e aule giudiziarie oltre il limite della malafede, col solo aiuto di pochi, coerenti e fedelissimi compagni di strada che in un caso specifico faranno da tramite fra lei e la Mia.
Nella narrazione Valentina Mira riesce a descrivere e a contrapporre due ambienti e due pratiche politiche inconciliabili, opposti persino nell'elaborazione del lutto.
Alla morte di Mario Scrocca l'A. collega anche quella di Roberto Scialabba, ucciso in modo assai poco eroico da Giuseppe Valerio Fioravanti nello strascico di vendette che avrebbe seguito i fatti di Acca Larenzia, e torna sulla pratica politica consueta all'ambiente nel momento in cui mette in luce ancora una volta la realtà delle radici profonde che non gelano rubate a John Roland Reuel Tolkien: nelle manovre giudiziarie e mediatiche con cui un "politico" non meglio identificato avrebbe cercato di contribuire alla parziale ripulitura dell'immagine di Giuseppe Valerio Fioravanti e di Francesca Mambro le vittime vengono fatte passare per carnefici, segno di una propensione all'uso del gaslighting che riguarda i rapporti su qualsiasi scala.
Altrove invece, e per fortuna, la vita prosegue su binari che vanno dalla parte giusta della storia. E sarà il figlio di Mario, l'attore Tiziano Scrocca, a tornare su quello che è successo con i ferri del suo mestiere.


Valentina Mira - Dalla stessa parte mi ritroverai. Acca Larentia, l'altra storia di un mistero italiano. Milano, SEM 2024. 256 pp.