Luca Enoch, Claudio Sassi - La Banda Stern
La banda Stern è una graphic novel -sceneggiata da Luca Enoch, disegnata da Claudio Stassi e prefata per questa edizione da Fabio Licari- che ripercorre la storia di una formazione armata irregolare nota anche come Lehi.
Negli anni fra il 1940 e il 1948 la banda Stern si sarebbe resa protagonista di azioni spesso audaci, e in qualche caso assolutamente devastanti, contro gli interessi britannici in Palestina e contro persone e gruppi, ebrei o no, considerati troppo collaborativi e quindi passibili di eliminazione in vista della creazione di uno stato sionista. Il fondatore del Lehi Avraham Stern sarebbe stato descritto da Claudio Vercelli, nell'introduzione alla prima edizione del libro nel 2012, come "sensibile alle tematiche nazionaliste e all'attivismo dei circoli antisocialisti" nonché "fortemente impressionato dal fascismo" conosciuto durante un periodo di studio a Firenze durante gli anni Trenta. Il fascismo avrebbe costituito "una consonanza culturale di fondo" agli aderenti all'organizzazione. Ad eccezione del personaggio di Avner, che Enoch avrebbe ricalcato sulla figura dell'esecutore materiale dell'attentato contro Folke Bernadotte e che amalgamerebbe comunque vari e anonimi appartenenti al Lehi, i personaggi ritratti sono realmente esistiti e "hanno effettivamente detto le cose e compiuti gli atti raccontati". Di che genere di atti si trattasse, lo anticipa una citazione da Nachman ben Yehuda, sociologo dell'Università di Gerusalemme molto critico nei confronti della mitologia del sionismo combattente: L'assassinio come "propaganda attraverso l'azione" era una strategia usata nel XIX secolo -anche se vi ricorsero anche i Sicarii nel 60 d.C.- ed è solitamente associata alle attività dei movimenti terroristici. Il bersaglio dell'assassinio politico è uno specifico individuo, il bersaglio del terrorismo no. Per tutti gli anni della loro attività i "militi ignoti senza uniforme" del Lehi, così come li descriveva Stern nell'inno della formazione, non si sarebbero comportati in modo molto selettivo.
La novel inizia mostrando un gruppo di militanti del Lehi intenti a preparare l'attentato che il 17 settembre 1948 sarebbe costato la vita all'intermediario dell'ONU Folke Bernadotte. Un flashback riporta a dieci anni prima, introducendo la figura di Avraham "Yair" Stern e quella di Yitzhak "Michael" Shamir come reclutatore dell'Irgun Zvai Leumi, la formazione da cui la banda Stern sarebbe fuoriuscita. In aperto disaccordo con la "dottrina della havlagah (autocontrollo)" perseguita dalla formazione armata maggioritaria degli ebrei palestinesi, l'Irgun avrebbe reagito col terrore agli attacchi delle formazioni irregolari arabe; un primo attentato avrebbe fatto una quarantina di vittime in un mercato di Haifa il 25 luglio 1938, anche se non tutte le azioni sarebbero state coronate da successo o portate a termine senza perdite. Yair Stern viene raffigurato come un individuo seducente, convinto che il popolo ebraico, sopravvissuto a "i faraoni, Roa, l'Inquisizione e lo Zar" avrebbe potuto avere la meglio sugli arabi contemporanei e "su pochi disonorevoli muftì, effendi e sceicchi". I sionisti avrebbero potuto stablire "uno stato con dieci milioni di ebrei... un bastione europeo sulle coste del Mediterraneo contro gli attacchi della gente del deserto" difeso da una "legione ebraica" pronta a considerare il Regno Unito il vero oppressore degli ebrei nella Palestina mandataria: "i nazisti non hanno mai occupato la madrepatria, gli inglesi sì".
La voce narrante di Avner descrive gli espropri e le confische con cui il Lehi si sostentava ("in parole povere erano solo rapine in banca") e l'eliminazione di delatori e confidenti; iniziative non sempre prive di quelle che oggi sarebbero senz'altro definite "vittime collaterali". Le idee di Stern non avrebbero fatto presa sulla maggioranza, e i suoi ripetuti tentativi di proporre il Lehi come alleato alla Germania non sarebbero certo serviti a farlo uscire dall'isolamento: l'opinione corrente fra i suoi detrattori pare fosse che i nazisti lo avrebbero nominato "capo del ghetto di Eretz israel" e che in quelle condizioni nessuno sarebbe stato a suo fianco. Braccato dai britannici, Stern sarebbe stato ucciso nel 1942 e la sua formazione decimata dagli arresti. Proprio dopo l'evasione Yitzhak Shamir avrebbe deciso che il Lehi avrebbe operato come organizzazione clandestina formata davvero da "uomini senza nome e senza famiglia". È sempre Avner a illustrare l'addestramento delle reclute alla guerriglia urbana e alla preparazione di ordigni artigianali.
Secondo gli AA. la direzione clandestina del Lehi costituita da Yitzhak "Michael" Shamir, Israel Eldad, Natan "Gera" Yellin-Mor e Eliyahu "Shaul" Giladi si sarebbe autodefinita come rappresentativa della "parte più vitale della nazione", avrebbe pragmaticamente accettato il terrorismo come mezzo necessario. Giladi, raffigurato come carismatico e audace ai limiti dell'incoscienza, avrebbe proposto seriamente di "fare tabula rasa della classe dirigente dell'agenzia ebraica" a un Lehi già impopolare perché la sua risolutezza lo aveva portato più volte a uccidere ebrei considerati delatori o traditori; Shamir sarebbe così stato indotto a farlo uccidere prima che minasse l'esistenza stessa di un'organizzazione che la Haganah trattava come nemica. Per uscire dall'isolamento la dirigenza del Lehi avrebbe deciso di alzare il livello dello scontro; il 6 novembre del 1944 sarebbe stato ucciso in Egitto Edward Guinness, il Lord Moyne ministro per il Medio Oriente; l'iniziativa sarebbe valsa la condanna a morte per i due esecutori, una taglia su ciascun componente del Lehi e la rottura dei rapporti ufficiali col rimanente delle organizzazioni ebraiche. L'organizzazione avrebbe d'altro canto dimostrato di poter condurre "una guerra totale contro l'Inghilterra".
La fine del flashback serve agli AA. per illustrare le ragioni che avrebbero portato il Lehi a uccidere Bernadotte -considerato nient'altro che un agente britannico- e gli eventi che avrebbero portato la popolazione ebraica della Palestina a vedere con meno ostilità le iniziative dei movimenti clandestini come il contingentamento dell'emigrazione deciso dal governo laburista britannico. Il Lehi avrebbe ripreso a collaborare con Haganah e Irgun in attacchi alle caserme britanniche, in distruzioni e sabotaggi. Il 22 luglio 1946 avrebbe partecipato insieme all'Irgun a un attentato contro il King David Hotel di Gerusalemme, sede dell'amministrazione britannica, che avrebbe fatto più di novanta vittime. La banda Stern non avrebbe mai accettato la partizione, pretendendo che l'intera Palestina fosse destinata allo stato sionista; non si sarebbe sciolta dopo il 14 maggio 1948, si sarebbe dimostrata inflessibile con i potenziali dissidenti e avrebbe continuato a operare nella convinzione che i confini dello stato sionista sarebbero stati stabiliti solo in virtù della forza. Coerentemente con queste convinzioni il Lehi avrebbe partecipato all'attacco contro il villaggio arabo di Deir Yassin il 9 aprile 1948.
Gli AA. dedicano varie tavole a descrivere come il gruppo avrebbe pianificato e attuato l'uccisione di Bernadotte e le motivazioni di fondo dell'iniziativa.
La conclusione della vicenda è ambientata nel 1960; Ben Gurion e Avner ripercorrono le vicende successive al 1948: la "banda di canaglie, farabutti, codardi e volgari intriganti" del Lehi sarebbe stata amnistiata in pochi mesi, si sarebbe costituita in partito politico presentandosi alle elezioni e sarebbe stata gravemente minata dalle recriminazioni per i magrissimi suffragi conseguiti.
Il libro presenta un glossario, dati biografici e dettagli che consentono di inquadrare le vicende narrate e di conoscere il destino dei protagonisti della novel, oltre a una breve bibliografia bilingue e a qualche studio di personaggio.
Uno scritto di Luca Enoch su le "crepe" della Storia ripercorre le vicende del Lehi come gruppo minoritario, osteggiato e persino perseguitato dagli altri gruppi armati le cui iniziative avrebbero avuto grossa risonanza internazionale ma poco o nessun effetto sul dibattito politico o sul corso degli eventi, e precisa la portata del ricorso agli espedienti narrativi.


Luca Enoch, Claudio Stassi - La banda Stern. Milano, RCS 2020. 140 pp.