Da quando il gruppo Rizzoli non può più cavare una lira lanciando "anticipazioni" sui "libri" di Oriana Fallaci l'interesse per il personaggio è venuto un po' scemando, i suoi "libri" son tornati a prender polvere negli scaffali e l'apprezzamento della produzione "letteraria" fallaciana riguarda oggi una pattuglia di estimatori accaniti. Una pattuglia di estimatori accaniti decisamente sovrarappresentata nella politica fiorentina, che ha fatto in modo di ritardare il più possibile un salutare calo di interesse nei confronti della "scrittrice" dedicandole convegni, lapidi e quant'altro.

Dalla caciara giornalaia del 23 gennaio 2009 si deducono un po' di cose interessanti.
La headline ce l'ha un caso di violenza sessuale di gruppo avvenuto a Guidonia, che va a tenere compagnia agli altri casi consimili riportati quest'anno nella stessa zona. Dal che si deduce che tra il votare per i fascisti e la scomparsa di questa o quella fattispecie di reato non esiste correlazione verificabile, con tanti saluti alle casalingue e alle fanciulle in fiore che votano Fini perché parla bene.
A noi, però, interessano di più le notiziole in tema coi nostri scritti. E tra queste notiziole in tema c'è il fatto che, a quanto sembra, qualcuno ha fatto sparire la targa che intitolava ad Oriana Fallaci una qualche sala nel palazzo della Provincia di Firenze.
E chi se ne frega. Ci sono stati apologeti dell'odio razziale che l'hanno pagata, e da vivi, assai più cara. L'episodio tuttavia è servito alle gazzette per ciarlare di intolleranza, di montante clima antisemita, eccetera eccetera. La nostra impressione è che il "montante clima antisemita" sia il nome dato nelle redazioni al giustissimo e motivato disprezzo che una minoranza consistente di individui inflessibili mostra nei confronti delle parole d'ordine e della propaganda "occidentalista" che tutti i media a più agevole accessibilità rovesciano ogni giorno sulla penisola.
Una valanga criminosa di menzogne, di bassezze idiote, di cattiverie intrise di servilismo che è la principale responsabile del clima decerebrato, piccino e disgustoso in cui i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana sguazzano perfettamente a loro agio.
Ed in cui chi suddito non è lotta ogni giorno per non soffocare.
Bianca Maria Giocoli, Enrico Bosi e Daniele Toccafondi, tutti con(s)iglieri del Pollaio della Libertà per Prescrizione di Reato Fiscale, ne hanno approfittato per dare nuovamente aria alla bocca e per far sprecare un altro po' di quella carta che, invece di finire nelle rotative al soldo di piazza Ghiberti o di via Cittadella, avrebbe avuto molto più dignitosa sorte se destinata ad usi igienici.
Con una spudoratezza che è diventata perfino noiosa, affermano che Firenze "non può ospitare i violenti e i negatori della libertà". Comincino loro tre a fare le valigie; l'arsenale ABC di Saddam Hussein, su cui gli abbattitori di muri di Berlino fatti col polistirolo giuravano a reti unificate e che oggi supponiamo custodito dalle centinaia di migliaia di fantasmi dei martiri di una guerra criminale, attende ancora di essere ritrovato.