Queste righe irridevano un analogo testo di presentazione pubblicato su iostoconoriana.it e facevano da introduzione alla versione originale di questo sito, pubblicata alla fine del 2006.


Ce n'era proprio bisogno?
Sì, pensiamo che se ne senta il bisogno perché per anni il cumulo di nefandezze, di invettive e di cattiverie contenute nei suoi "libri" è stato presentato, da un sistema mediatico reso compiacente dal denaro, come l'unica chiave interpretativa possibile della realtà. Con la complicità di un sistema politico che ha imparato da tempo a giovarsi della malafede, dell'incompetenza e della idiozia pura e semplice assurte ormai in esso a vera e propria bandiera e che vengono tradotte in pratica con un'azione politica vòlta all'esclusiva identificazione di un "nemico" contro cui scagliare una pubblica opinione sazia, viziata ed infantile che da molti anni considera la cattiveria e l'incoscienza come valori fondanti del proprio sistema di vita.
L'operazione è redditizia e non certo nuova: Hermann Goering affermava, oltre sessant'anni fa, che "...Dopo tutto, sono i capi che decidono la politica dei vari stati e, sia che si tratti di democrazie, di dittature fasciste, di parlamenti o di dittature comuniste, è sempre facile trascinarsi dietro il popolo. Che abbia voce o no, il popolo può essere sempre assoggettato al volere dei potenti. È facile. Basta dirgli che sta per essere attaccato e accusare i pacifisti di essere privi di spirito patriottico e di voler esporre il proprio paese al pericolo. Funziona sempre, in qualsiasi paese."
Forti di un esempio del genere, tanto prestigioso quanto omesso con gran cura da ogni tipo di bibliografia o di indice analitico, il 12 settembre 2001 redattori e politicanti si sono fregati le mani, hanno richiamato i tipografi dalle ferie e dopo un breve giro di telefonate tra pollari e betulle hanno lavorato con alacrità per preparare il terreno alle seguenti, fulgide conquiste dell'ingegno occidentale e della sua intraprendenza, tra le quali brillano l'aggressione all'Afghanistan e quella all'Iraq, il cui trionfale andamento è ancora oggi sulle prime pagine di ogni quotidiano. Il tutto, ovviamente, senza trascurare il "fronte interno", nel quale è sbrigativamente diventato "terrorismo" qualunque comportamento umano non produca un reddito.
In questo, i "libri" di Oriana Fallaci hanno avuto un ruolo di primo piano. Cristalline nullità letterarie, partorite senza alcuno sprezzo del ridicolo grazie al battage affidabile ed al ritorno economico garantito (peraltro già adesso li si trova nei cestoni degli autogrill, insieme ai discorsi del duce e all'album di Mauro Repetto) hanno invaso ogni scaffale, ogni libreria, mentre nello stesso istante le poche persone serie rimaste si sbarazzavano di bambini mai nati e nienteccosissia che da anni e anni se ne stavano buoni buoni in fondo a qualche cassetto. E fin qui nulla di male; ognuno è libero di scrivere quello che vuole. Il problema comincia quando apocalissi, rabbie ed orgogli ed altri sprechi di cellulosa vengono commentati in prima serata da scarti di anticamera che per l'incombenza tengono a passare da eruditi, ed accompagnati da telegiornali in cui nullità in cravatta vanno in sollùcchero per ogni ospedale bombardato, per ogni invasione minacciata, per ogni bambino trapassato.
La farsa, consumatasi nell'assordante silenzio di una classe politica, di una leva giornalistica e di un panorama intellettuale accomodante ed acquiescente a livelli schifosi, giunse al punto tale che durante un telegiornale serale nella primavera del 2004 fu trasmesso un lungo servizio sul plauso vòlto da Oriana Fallaci al calciatore Francesco Totti, che durante un incontro degli europei tenutisi in Portogallo aveva sputato in faccia ad un avversario... Soltanto la scomparsa della diretta protagonista, avvenuta il 15 settembre 2006 nell'indifferenza generale della cittadinanza fiorentina, ha cominciato a porre un primo limite a questo sbraco; il resto lo stanno facendo gli esiti per lo meno imbarazzanti di sei anni filati di "esportazione della democrazia".