Pare che nell'ottobre del 2006 a Daniela Santanchè, la portavoce del "partito con la bava alla bocca" nato nel novembre 2007, sia stata assegnata una scorta: perché? Perché un imam -e non un "sedicente iman" come è prassi scrivere tra "occidentalisti", si sarebbe permesso di minacciarla. Naturalmente, e come sempre, la realtà è assolutamente diversa ed è stigmatizzata bene da Gennaro Carotenuto in "La scorta a Daniela Santanchè e l'irresponsabilità dei media".
L'articolo è lungo e distribuisce mazzate a politicanti e business dell'informazione, nonché alla diretta interessata; particolarmente male ne esce la addomesticatissima "informazione" televisiva, asservita oggi più che mai ai fans del bombardamento preventivo. Ne raccomandiamo per questo la lettura per intero, riportando comunque qui le terribili minacce che hanno indotto chi di dovere a far scortare la parlamentare di cui sopra:

Abu Shwaima ha solo ribadito alla parlamentare, la quale sosteneva che il velo non "è un simbolo di libertà e che il Corano non lo impone", che "non è vero che nel Corano non ci sia l'obbligo del velo, io sono un Imam e non permetto agli ignoranti di parlare di Islam, voi siete degli ignoranti e non avete il diritto di interpertare il Corano".