La denominazione ufficiale del paese è Repubblica Unita dello Yemen. Approdato ad una stabilità e ad una unificazione difficili dopo una storia burrascosa di colonialismo e di povertà, lo Yemen è rimasto fuori dalla pioggia di petrodollari che ha cambiato il volto agli altri paesi dell'area. Una popolazione rimasta forzatamente ancorata a stili di vita sobri ed essenziali, spesso all'economia di pura sussistenza, vive in una repubblica presidenziale dove, assai più di tante "leggi", a contare veramente sono i legami di clan ed il rispetto degli impegni pubblicamente assunti. Il rapporto tra l'autorità centrale e le zone periferiche del paese (a volte si ha la sensazione che la "periferia" cominci appena fuori dalla capitale) è abbastanza conflittuale e sfocia di quando in quando in schermaglie risolte con qualche colpo di Kalashnikov e dosi industriali di diplomazia e di trattative. Negli ultimi anni nella capitale nessuno ostenta più armi in pubblico: Dar al Salam, un'organizzazione finanziata dall'Unione Europea, promuove instancabile, anche se con alterna fortuna, il ritiro dei fucili d'assalto onnipresenti nel paese.
Nella sua storia politica recente, il paese ha dovuto affrontare l'isolamento internazionale nel 1991 per aver appoggiato l'invasione del Kuwait da parte dell'esercito iracheno, un riacutizzarsi della guerra civile nel 1994 ed i sospetti di collusione con la cosiddetta Al Qaeda dal 2001 in poi. I proventi del petrolio, scoperto da relativamente pochi anni dopo ricerche intense ed in più di un caso frustranti, sono stati usati per la costruzione di infrastrutture indispensabili, dalle fognature alle strade, dalle scuole ai posti di medicazione nei villaggi più isolati, e non per inseguire sogni di improbabili grandeur.

Le foto qui raccolte vengono da un viaggio effettuato nel dicembre-gennaio 2007-2008.