clEMENTE MASTELLA

Un livoroso blog, Mastella ti odio, ci offre l'immagine qui sopra intitolandola "un uomo dedito alla famiglia". Wikipedia fa anche di peggio, sciorinando una biografia dell ex ministro della Giustizia (e prossimo galeotto in attesa di Grazia, nel caso le cose prendessero per lui la piega peggiore) che lo dipinge come un politiconzolo peninsulare della più autentica specie, un turàcciolo in grado di navigare comunque, col quale c'è poco da adirarsi in quanto si comporta da perfetto simbolo e da assoluto campione dei sudditi che è degnissimamente chiamato a rappresentare. L'immagine ed il personaggio non colpiscono, dunque; sono anni che non si è più padroni di sfogliare un quotidiano senza trovarlo impestato di femmine svestite e di pettegolezzi sulle pornoimprese della classe politica più rappresentativa che i sudditi dello stato che occupa la penisola italiana abbiano mai avuto.
Per tutto il periodo del governo presieduto da Romano Prodi, Clemente Mastella ha occupato in pianta stabile (oltre alla lunga serie di poltrone a tutti nota) le prime pagine dei giornali mettendosi sistematicamente di traverso a qualunque proponimento e rendendo di fatto assolutamente ininfluente l'attività dell'esecutivo. Colpiti all'inizio del 2008 -Clemente, 'a famigghia e mezzo partito- da una raffica di provvedimenti giudiziari che avrebbe stecchito Bettino Craxi in persona, Mastella e consorte non han trovato di meglio da fare che denunciare alla stampa di essere oggetto di una campagna denigratoria motivata dall'ispirazione cattolica del loro agire. Detto dall'esponente di una classe politica che annovera "cattolici" con due famiglie a testa (e con due dèi e due patrie, si presume), capacissimi di farsi beccare in qualche hotel di lusso con prostitute e cocaina, la cosa non stupisce; ancora meno stupisce la solidarietà arrivata da tutto il lunare mondo politico contemporaneo.