Ottobre 2010. Tra le occupazioni scolastiche a Firenze, quella del Liceo Carcere Michelangiolo ha un andamento appena più distruttivo del consueto. Il "dirigente scolastico" Massimo Primerano diventa per qualche minuto l'eroe del giorno per il gazzettame "occidentalista". E solo per quello.
La gazzettina in screenshot mostra, tra pubblicità pazzesche ed il consueto solidarismo forcaiolo degli editorialisti, una scritta comparsa nell'ottobre 2010 sul muro del Liceo Carcere Michelangiolo, via della Colonna, a Firenze. Primerano è ad oggi il "dirigente scolastico" di esso Liceo. Il destinatario non dovrebbe comunque offendersi troppo: con tre quarti della popolazione scolastica autoschedata sulla stessa "rete sociale" di cui è appassionato utente, il compito ascrittogli non dovrebbe risultargli nemmeno troppo faticoso. Anni fa, un suo predecessore assai più schivo fu trattato molto peggio. Ebbe a leggere sul muro dirimpetto una scritta assai più grossa, in cui si affermava la sua abitudine di abbandonarsi nel chiuso della presidenza ad abitudini solitarie sulle quali si è soliti sorvolare.
Antefatto: l'ondata di occupazioni scolastiche dell'ottobre 2010 avrebbe raggiunto a Firenze un clou particolarmente distruttivo negli ambienti del Liceo Carcere Michelangiolo, una sedicente fucina di presunte élites. Qualche serratura scassinata, qualche catena a rendere difficoltosi gli accessi mattutini, qualche scritta e qualche mobile nel mezzo. A ridosso della verifica degli eventi il "dirigente scolastico" Massimo Primerano -tra una visitina a Facebook e l'altra- aveva promesso una pioggia di denunce. In capo a ventiquattro ore si è prima preso di bugiardo e di buffone e poi si è ritrovato le pareti ripulite e i cinquantaquattro euro restituiti, ché se invece di quell'elemosina gli portavano via qualcuna di quelle felpe ancora invendute (chi mai vorrà girare col nome di quella galera addosso?) magari gli facevano anche un piacere.
E' probabile che anche la sostanziale ed infastidita indifferenza con cui sono stati giustamente accolti i suoi propositi abbia avuto la sua parte: fatto sta che secondo la gazzetta in screenshot di tutto l'apparato accusatorio prospettato non è rimasto in piedi praticamente nulla. C'è da pensare che questo signore abbia sbagliato mestiere: come gendarme o come pubblica accusa avrebbe conosciuto un'esistenza più appagante.
Invece gli è toccato ridursi a compilare una listarella di venti studenti, cui slegare dietro una di quelle denunce da barzelletta che vanno ad ingolfare i tribunali dello stato che occupa la penisola italiana, per finire in niente tra chissà quanti anni. Certo, la consapevolezza che tribunali e tempo vadano poco d'accordo non ha mai spaventato gli appassionati della materia, tanto più in un contesto sociale in via di abbrutimento definitivo nel quale la sedicente élite ha da molti anni iniziato a dare l'esempio, mettendo le querele al posto delle argomentazioni. Ultimamente, in casi accuratamente selezionati in modo da far apparire politicamente vantaggioso il gesto, pare che la moda sia quella di infilarsi negli affari altrui "costituendosi parte civile". Ovvero pretendendo caterve di soldi da gente solitamente insolvibile, ma alla quale ci si impegna deliberatamente per rovinare la vita. Le "radici cristiane" dell'"Occidente" al loro meglio.
Il denaro come unica misura dell'esistente: uno dei sottesi dell'ideologia "occidentalista" più facilmente rintracciabili e lodati.
Non per nulla le uniche attestazioni di stima Massimo Primerano le ha ricevute da tre o quattro tra i meno influenti nomignoli del mondo politico "occidentalista" fiorentino (un ambiente dove abbondano gli individui incapaci di laurearsi perfino in quindici anni, come i nostri lettori sanno bene) e da un tale che asserisce di esprimersi a nome di un "Gruppo di Firenze per la scuola del merito e delle responsabilità" che al momento in cui scriviamo risulta esistere come tale solo per la gazzetta in link. Una ricerca più accurata mostra che qualcosa di simile è stato fondato un paio di anni fa ad opera di un gruppetto eterogeneo di "occidentalisti" specializzato in comunicati stampa, in ripicche, in luoghi comuni, in delazioni ed in quel tipo di vendette da due spiccioli che stiamo qui indicando al disprezzo di chi legge. Un minimo di eco il "gruppo di Firenze" dovrebbe averlo avuto solo su una gazzettina on line chiamata "L'Occidentale", tribuna degli assertori del bombardamento preventivo, della guerra giusta, del sionismo di complemento, del neoconservatorismo amriki e di quelli che dopo aver gozzovigliato per decenni in qualche ufficio pubblico si accorgono d'un tratto che i'ppaése e' l'hanno rovinah'e'sindahàhi, di solito appena arrivati all'età della pensione e dei memoriali. In AmeriKKKa, probabilmente, il "gruppo di Firenze" avrebbe anche potuto proporsi come portavoce di istanze di tipo lobbystico; obiettivo primario di gente simile pare proprio l'edificazione di una società come quella amriki, dove ad una sedicente élite tutto è consentito e dove il resto della popolazione viene tenuto a bada da un sistema concentrazionario tanto pervasivo quanto poco noto e da fitti eserciti privati, "libero" in buona sostanza di consumare cibi ipercalorici, pornografia e stupefacenti da marciapiede fin quando qualcuno non gli trova posto in galera.
شيطان بزرگ . Di esso "gruppo di Firenze" si noti questo gustoso episodio: la delazione come metodo corrente e la spassosa convinzione di potere -se non di avere proprio il diritto- di controllare il web a colpi di telefonate alla gendarmeria. Puntualissime, conventicole di questo genere compaiono alla vigilia delle tornate elettorali e nel corso dei periodi di protesta, per poi scomparire nel nulla: in queste occasioni i comunicati stampa, le interviste compiacenti e le presenze mediatiche di elementi del genere si fanno abbastanza pervasive e sono monocordemente incentrate sulle stesse parole d'ordine.
Di quanto arriva e ne permane nel corpo sociale possiamo testimoniare direttamente, essendo stati apostrofati da due distinti "occidentalisti" da rotocalco, buoni esempi di una weltanschauung di questo genere e soprattutto degli individui che produce, in occasione di una manifestazione antisionista in un fine settimana qualunque. Il primo, un uomo sui settantacinque che si intendeva di apostrofarci con un "andate a lavorare", ne ebbe in risposta un "ieri sera ho staccato alle nove e mezza passate dopo quasi dodici ore di seccature, e poi mi sono sciroppato anche una mezz'ora d'autostrada per andare a dormire; vuoi che lavori dell'altro...?" che riassumeva in breve la nostra abituale timetable; il secondo, nel pieno dell'età per essere un prodotto di quell'"Inglese, Internet, Impresa" su cui non si infierirà mai a sufficienza, alla vista di bandiere e simboli di cui ignorava ogni significato ritenne opportuno far presente ad alta voce che lui "la pensava diversamente". Gli toccò un "Ma certo, fa' pure: esistono i diversamente abili, non si vede perché mai non possano esistere anche i diversamente pensanti". Abbiamo motivo di credere che a distanza di tanto tempo dai fatti, stia ancora tentando di capire il significato della risposta. In conclusione, la questione ha fatto scomodare conventicole intrise di "occidentalismo" e di autoreferenzialità, accompagnate dalla malafede cristallina di chi sputa nel piatto dove ha mangiato più che abbondantemente, magari pretendendo anche di averne l'esclusiva.
Lasciamo dunque Massimo Primerano aggrappato alle sue rivalse, e lasciamogli pure la compagnia di solidali di questo genere: è evidente che l'approvazione "occidentalista" lo interessa assai più che non la celerità del sistema giudiziario, anche di quella miserabile briciola di esso che fa parte delle sue incombenze quotidiane. Due anni or sono due studentesse a lui sottoposte furono sospese a mesi di distanza dai fatti loro contestati: quelli che ad un "occidentalista" o ad uno di quei gazzettieri che tirano la volata a quella marmaglia obesa appaiono come atti di "certezza del diritto", a chiunque altro appaiono come vendette spicciole e sostanzialmente irritanti. In questo, effettivamente, schola magistra vitae: di episodi come questi la società "occidentale" è piena e sia pure indirettamente, e magari non nel senso che desiderava, Massimo Primerano sta effettivamente impartendo ai suoi sottoposti una vera e propria lezione sul funzionamento del potere giudiziario nello stato che occupa la penisola italiana. Saranno gli stessi studenti a trarre le loro conclusioni, sia su esso stato sia su chi tiene tanto al rispetto della propria autorità.
Intanto che gioca al contadino con gli "amici" di Facebook.
Antefatto: l'ondata di occupazioni scolastiche dell'ottobre 2010 avrebbe raggiunto a Firenze un clou particolarmente distruttivo negli ambienti del Liceo Carcere Michelangiolo, una sedicente fucina di presunte élites. Qualche serratura scassinata, qualche catena a rendere difficoltosi gli accessi mattutini, qualche scritta e qualche mobile nel mezzo. A ridosso della verifica degli eventi il "dirigente scolastico" Massimo Primerano -tra una visitina a Facebook e l'altra- aveva promesso una pioggia di denunce. In capo a ventiquattro ore si è prima preso di bugiardo e di buffone e poi si è ritrovato le pareti ripulite e i cinquantaquattro euro restituiti, ché se invece di quell'elemosina gli portavano via qualcuna di quelle felpe ancora invendute (chi mai vorrà girare col nome di quella galera addosso?) magari gli facevano anche un piacere.
E' probabile che anche la sostanziale ed infastidita indifferenza con cui sono stati giustamente accolti i suoi propositi abbia avuto la sua parte: fatto sta che secondo la gazzetta in screenshot di tutto l'apparato accusatorio prospettato non è rimasto in piedi praticamente nulla. C'è da pensare che questo signore abbia sbagliato mestiere: come gendarme o come pubblica accusa avrebbe conosciuto un'esistenza più appagante.
Invece gli è toccato ridursi a compilare una listarella di venti studenti, cui slegare dietro una di quelle denunce da barzelletta che vanno ad ingolfare i tribunali dello stato che occupa la penisola italiana, per finire in niente tra chissà quanti anni. Certo, la consapevolezza che tribunali e tempo vadano poco d'accordo non ha mai spaventato gli appassionati della materia, tanto più in un contesto sociale in via di abbrutimento definitivo nel quale la sedicente élite ha da molti anni iniziato a dare l'esempio, mettendo le querele al posto delle argomentazioni. Ultimamente, in casi accuratamente selezionati in modo da far apparire politicamente vantaggioso il gesto, pare che la moda sia quella di infilarsi negli affari altrui "costituendosi parte civile". Ovvero pretendendo caterve di soldi da gente solitamente insolvibile, ma alla quale ci si impegna deliberatamente per rovinare la vita. Le "radici cristiane" dell'"Occidente" al loro meglio.
Il denaro come unica misura dell'esistente: uno dei sottesi dell'ideologia "occidentalista" più facilmente rintracciabili e lodati.
Non per nulla le uniche attestazioni di stima Massimo Primerano le ha ricevute da tre o quattro tra i meno influenti nomignoli del mondo politico "occidentalista" fiorentino (un ambiente dove abbondano gli individui incapaci di laurearsi perfino in quindici anni, come i nostri lettori sanno bene) e da un tale che asserisce di esprimersi a nome di un "Gruppo di Firenze per la scuola del merito e delle responsabilità" che al momento in cui scriviamo risulta esistere come tale solo per la gazzetta in link. Una ricerca più accurata mostra che qualcosa di simile è stato fondato un paio di anni fa ad opera di un gruppetto eterogeneo di "occidentalisti" specializzato in comunicati stampa, in ripicche, in luoghi comuni, in delazioni ed in quel tipo di vendette da due spiccioli che stiamo qui indicando al disprezzo di chi legge. Un minimo di eco il "gruppo di Firenze" dovrebbe averlo avuto solo su una gazzettina on line chiamata "L'Occidentale", tribuna degli assertori del bombardamento preventivo, della guerra giusta, del sionismo di complemento, del neoconservatorismo amriki e di quelli che dopo aver gozzovigliato per decenni in qualche ufficio pubblico si accorgono d'un tratto che i'ppaése e' l'hanno rovinah'e'sindahàhi, di solito appena arrivati all'età della pensione e dei memoriali. In AmeriKKKa, probabilmente, il "gruppo di Firenze" avrebbe anche potuto proporsi come portavoce di istanze di tipo lobbystico; obiettivo primario di gente simile pare proprio l'edificazione di una società come quella amriki, dove ad una sedicente élite tutto è consentito e dove il resto della popolazione viene tenuto a bada da un sistema concentrazionario tanto pervasivo quanto poco noto e da fitti eserciti privati, "libero" in buona sostanza di consumare cibi ipercalorici, pornografia e stupefacenti da marciapiede fin quando qualcuno non gli trova posto in galera.
شيطان بزرگ . Di esso "gruppo di Firenze" si noti questo gustoso episodio: la delazione come metodo corrente e la spassosa convinzione di potere -se non di avere proprio il diritto- di controllare il web a colpi di telefonate alla gendarmeria. Puntualissime, conventicole di questo genere compaiono alla vigilia delle tornate elettorali e nel corso dei periodi di protesta, per poi scomparire nel nulla: in queste occasioni i comunicati stampa, le interviste compiacenti e le presenze mediatiche di elementi del genere si fanno abbastanza pervasive e sono monocordemente incentrate sulle stesse parole d'ordine.
Di quanto arriva e ne permane nel corpo sociale possiamo testimoniare direttamente, essendo stati apostrofati da due distinti "occidentalisti" da rotocalco, buoni esempi di una weltanschauung di questo genere e soprattutto degli individui che produce, in occasione di una manifestazione antisionista in un fine settimana qualunque. Il primo, un uomo sui settantacinque che si intendeva di apostrofarci con un "andate a lavorare", ne ebbe in risposta un "ieri sera ho staccato alle nove e mezza passate dopo quasi dodici ore di seccature, e poi mi sono sciroppato anche una mezz'ora d'autostrada per andare a dormire; vuoi che lavori dell'altro...?" che riassumeva in breve la nostra abituale timetable; il secondo, nel pieno dell'età per essere un prodotto di quell'"Inglese, Internet, Impresa" su cui non si infierirà mai a sufficienza, alla vista di bandiere e simboli di cui ignorava ogni significato ritenne opportuno far presente ad alta voce che lui "la pensava diversamente". Gli toccò un "Ma certo, fa' pure: esistono i diversamente abili, non si vede perché mai non possano esistere anche i diversamente pensanti". Abbiamo motivo di credere che a distanza di tanto tempo dai fatti, stia ancora tentando di capire il significato della risposta. In conclusione, la questione ha fatto scomodare conventicole intrise di "occidentalismo" e di autoreferenzialità, accompagnate dalla malafede cristallina di chi sputa nel piatto dove ha mangiato più che abbondantemente, magari pretendendo anche di averne l'esclusiva.
Lasciamo dunque Massimo Primerano aggrappato alle sue rivalse, e lasciamogli pure la compagnia di solidali di questo genere: è evidente che l'approvazione "occidentalista" lo interessa assai più che non la celerità del sistema giudiziario, anche di quella miserabile briciola di esso che fa parte delle sue incombenze quotidiane. Due anni or sono due studentesse a lui sottoposte furono sospese a mesi di distanza dai fatti loro contestati: quelli che ad un "occidentalista" o ad uno di quei gazzettieri che tirano la volata a quella marmaglia obesa appaiono come atti di "certezza del diritto", a chiunque altro appaiono come vendette spicciole e sostanzialmente irritanti. In questo, effettivamente, schola magistra vitae: di episodi come questi la società "occidentale" è piena e sia pure indirettamente, e magari non nel senso che desiderava, Massimo Primerano sta effettivamente impartendo ai suoi sottoposti una vera e propria lezione sul funzionamento del potere giudiziario nello stato che occupa la penisola italiana. Saranno gli stessi studenti a trarre le loro conclusioni, sia su esso stato sia su chi tiene tanto al rispetto della propria autorità.
Intanto che gioca al contadino con gli "amici" di Facebook.