We are iranian children, foto di Shapour_3
Firenze, 7 gennaio 2011. Un comunicato dell'ufficio stampa comunale.
La presidentessa della Commissione Pace Agostini (PD): “L’otto gennaio le madri in lutto del popolo iraniano scenderanno ancora una volta in tante piazze del mondo”
Oggi la presidentessa della commissione Pace Susanna Agostini ha incontrato Farideh Karamloui, rappresentante dell’associazione Laleh Park Mothers' Supporters a Firenze, che le ha rappresentato l’aggravarsi delle condizioni dei detenuti politici in Iran.
“Domani – ha dichiarato Agostini – una rappresentanza delle donne, anche di Firenze, appartenenti all’associazione Laleh Park Mothers' Supporters, madri in lutto per l’assassinio dei propri figli che da 35 anni evidenziano l’assenza di diritti umani in Iran, parteciperà alle iniziative che avranno luogo in varie nazioni Europee ed in degli Stati Uniti, per gridare ancora una volta il loro no al perpetuarsi quotidiano di esecuzioni in Iran”.
“Ahmadinejad sta dimostrando grandi capacità di utilizzo mediatico internazionale nel pubblicizzare un tira e molla sulla vita di Sakinè, strumentalizzandone le condizione e la rilevanza ottenuta nel mondo, mentre ogni giorno proseguono gli assassini per reati di opinione.
Donne e uomini giovani vengono impiccati perché attivisti politici. Come è accaduto a Neda, vittime innocenti che lasciano nello strazio intere famiglie. Le madri domani si riuniranno ancora una volta nelle piazze di tante Città, in un unico urlo di dolore al quale la nostra città consegna la propria solidarietà” ha concluso la presidente Agostini.
La questione pare grave ed importante. Vediamo un po' quali attori vi sono coinvolti.
Al di là di un madaraneparklale.org, sul web le Laleh Park Mothers non hanno lasciato molte tracce. Un articolo in lingua inglese ospitato su un sito tedesco dà i loro sostenitori per presenti ed attivi, oltre che a Firenze, nella Repubblica Federale Tedesca, in AmeriKKKa, nella Repubblica d'Austria, in Südtirol e nella capitale dello stato che occupa la penisola italiana.
Madaraneparklale.org raccoglie al 7 gennaio 2011 una ventina di articoli, per circa millequattrocento pagine visionate in un anno; il dominio è stato registrato da chissà chi presso un provider amriki.
Le premesse cupe ci sono tutte, e ci si aspetterebbe di trovarvi qualcosa di simile ad un bollettino di guerra. Invece, al momento in cui scriviamo l'articolo in home page annuncia un rilascio su cauzione.
Il fatto è che di Plaza de Mayo ce ne sono già, e questa iniziativa dà l'idea di rappresentarne un clone, tra l'altro dei più pallidi perché la propaganda di questa iniziativa è, nel contesto fiorentino, affidata ad un comunicato stampa incolore e maldestro, il cui principale obiettivo pare più che altro quello di contribuire a mantenere sulla Repubblica Islamica dell'Iran la perenne cappa di denigrazione che vi viene mantenuta da sempre.
La variante non sionista della propaganda antirivoluzionaria non conta poi su argomentazioni inesauribili e si basa su tre pilastri: le efferatezze del sistema penale -come se in carcere e di carcere si morisse solo a Tehran-, le "libertà" femminili conculcate -nel senso che le ragazze iraniane non adottano con la dovuta evidenza i comportamenti di consumo che sarebbe desiderabile adottassero senza tante questioni- e la vita dorata della corte dei Pahlavi, dominio incontrastato di rotocalchi che evitano con ogni cura di far cenno a come gli sprechi ossessivi ed insultanti della corte abbiano a suo tempo assestato un colpo fenomenale alla popolarità della monarchia.
Intanto, gli eredi Pahlavi si stanno suicidando uno dopo l'altro. Non dev'essere stata tutto questo gran che, la vita dorata a misura di rotocalco.
Sul "perpetuarsi quotidiano di esecuzioni" nella Repubblica Islamica dell'Iran, vero o presunto che sia, la classe politica peninsulare non ha titolo alcuno per intervenire.
L'esecutivo in carica deve per intero la propria fortuna ad anni di incessante propaganda forcaiola ed alla demonizzazione di interi gruppi sociali. L'utilizzo strumentale di realtà manipolate e distorte al massimo grado, di cui la Repubblica Islamica dell'Iran rappresenta soltanto l'esempio più ricorrente, è quotidiano e serve a coprire una classe politica perfettamente rappresentante i propri sudditi e totalmente incapace di influire positivamente, e senza dare adito ad illazioni, su eventi anche minimi.
Queste dinamiche non riguardano soltanto il "governo" dello stato che occupa la penisola italiana; la pervasività dei mass media di interesse locale ed il loro servile veicolare qualunque abiezione venga in mente a qualsiasi micropolitico di quartiere sta facendo putrefare anche le realtà amministrative, ridotte al punto di non saper più cosa vietare ed infarcite di giridivite, tolleranzezzèro e sentenzesemplari che vengono additate al disprezzo solo se riscontrate in quel di Tabriz.
Questa gente sta trasformando il territorio purtroppo sottoposto allo stato che occupa la penisola italiana in una sorta di immenso campo di detenzione. E non ricorda, o non ha mai saputo, certe storielle evangeliche in cui si parla di pagliuzze e di travi. Con buona pace delle "radici cristiane" tanto delicate e tanto in pericolo.
Le volpi messe a guardia dei pollai.
In occasione della recente querelle con la Repubblica Federativa del Brasile, al momento conclusasi con il "governo" dello stato che occupa la penisola italiana trattato come quel garzone di spaghettificio che è, il gazzettame filogovernativo ha ospitato lunghi "contributi" dei lettori monocordemente improntati ad una cattiveria incompetente, spicciola e sostanzialmente scimmiesca. Il risultato dell'operazione mediatica perseguita ad ogni costo dai governativi non è stato poi quello sperato perché ha spinto ad interessarsi della questione anche molti che non avevano avuto occasione di occuparsene, con il costruttivo risultato di veder confermata la considerazione peggio che negativa di cui godono ovunque sia il politicame e il gazzettaio peninsulari sia i loro sudditi.
Particolare non da poco, il "partito" di Susanna Agostini ha mandato i propri politicanti in piazza, a chiedere "giustizia". Sennò qualche gazzetta dava di terroristi anche a loro.
Consideriamo per l'ennesima volta che in galera si crepa solo a Bandar Abbas, e andiamo avanti perché tocca commentare anche l'incommentabile, ovvero il luciferino utilizzo dei mass media attribuito al presidente della Repubblica Islamica dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad.
Normalmente gli "occidentalisti" non si fanno alcun problema a ciarlare di "dittatore Ahmadinejad" e di paragonarlo ad Adolf Hitler: in questo modo forniscono a chi pone attenzione ai loro assunti la prova del fatto che le loro competenze in materia di geopolitica, di sistemi giuridici e di storia contemporanea sono state maturate nel sottoscala di qualche maccheronificio del casertano.
Il caso "di Sakinè", accostato a quello del prigioniero di cui si pretenderebbe l'estradizione dalla Repubblica Federativa del Brasile, è emblematico esempio dei due pesi e delle due misure consueti per l'"occidentalismo" politico. Il gazzettame, per mesi e mesi e mesi non si è occupato praticamente di altro. Le dichiarazioni in proposito venute dalla Presidenza della Repubblica Islamica dell'Iran si contano invece sulle dita di una mano e stanno il più delle volte tra il sorpreso e l'infastidito per la continua intromissione "occidentale" in un affare interno. Non un gran che, come "grandi capacità di utilizzo mediatico internazionale" di una vicenda.
La Presidenza della Repubblica Islamica dell'Iran dispone di un ufficio stampa che diffonde quotidianamente scarni, concisi e costruttivi comunicati. Susanna Agostini sta attribuendo ad essa un modus agendi che appartiene, invece, al gazzettame "occidentale" in generale e a quello "occidentalista" più che ad altri.
O meglio, che forse appartiene, o che dovrebbe appartenere, perché nel merito della questione l'intromissione quotidiana negli affari interni di un paese sovrano rischia ovviamente di peggiorare ulteriormente le cose. Due righe più sotto la stessa Agostini ci ricorda la "Neda" su cui si sfogarono tutti i complottisti del pianeta, morta in occasione di scontri di piazza che servirono come sanguinoso lancio pubblicitario di Libri dei Ceffi e Cinguettatori vari.
Se la memoria non ci inganna, ai tempi i messaggi sul Cinguettatore (del quale ci guardiamo bene di diventare utenti) non avevano IP in evidenza e potevano dunque arrivare da chissà dove. A tutela, dicevano, della pràivasi dei corrispondenti da realtà statuite come scomode o pericolose. In occasione degli scontri di giugno 2009 il gazzettaio "occidentalista" dette spazio ad una cinguettatina in cui un tale assicurava che la Repubblica Islamica dell'Iran "stava perdendo il controllo dell'esercito". Inutile avanzare ipotesi su cosa possa aver significato la diffusione di quest'idiozia nelle piazze gremite di quei giorni.
Susanna Agostini può anche attribuire alla Presidenza della Repubblica Islamica dell'Iran "grandi capacità di utilizzo mediatico internazionale": quando si tratta di materie come le vicende sociali e politiche iraniane, i mass media "occidentali" di cui si affermano senza prove "libertà" ed "imparzialità" dànno spesso prova di "grandi capacità di cialtroneria incompetente e di imbecillità pericolosa".
E Farideh Karamloui?
Ne parla tra gli altri un sito canadese specializzato in resoconti di viaggio.
Nella gestione del suo bed and breakfast
La differenza tra politicame "occidentalista" e non "occidentalista" si sta riducendo fino a scomparire ed in questo scritto abbiamo toccato alcuni dei contesti in cui questo si è già verificato, tuttavia qualche minima differenza ancora sussiste.
Farideh Karamloui afferma nello stesso articolo che
Al di là di un madaraneparklale.org, sul web le Laleh Park Mothers non hanno lasciato molte tracce. Un articolo in lingua inglese ospitato su un sito tedesco dà i loro sostenitori per presenti ed attivi, oltre che a Firenze, nella Repubblica Federale Tedesca, in AmeriKKKa, nella Repubblica d'Austria, in Südtirol e nella capitale dello stato che occupa la penisola italiana.
Madaraneparklale.org raccoglie al 7 gennaio 2011 una ventina di articoli, per circa millequattrocento pagine visionate in un anno; il dominio è stato registrato da chissà chi presso un provider amriki.
Le premesse cupe ci sono tutte, e ci si aspetterebbe di trovarvi qualcosa di simile ad un bollettino di guerra. Invece, al momento in cui scriviamo l'articolo in home page annuncia un rilascio su cauzione.
Il fatto è che di Plaza de Mayo ce ne sono già, e questa iniziativa dà l'idea di rappresentarne un clone, tra l'altro dei più pallidi perché la propaganda di questa iniziativa è, nel contesto fiorentino, affidata ad un comunicato stampa incolore e maldestro, il cui principale obiettivo pare più che altro quello di contribuire a mantenere sulla Repubblica Islamica dell'Iran la perenne cappa di denigrazione che vi viene mantenuta da sempre.
La variante non sionista della propaganda antirivoluzionaria non conta poi su argomentazioni inesauribili e si basa su tre pilastri: le efferatezze del sistema penale -come se in carcere e di carcere si morisse solo a Tehran-, le "libertà" femminili conculcate -nel senso che le ragazze iraniane non adottano con la dovuta evidenza i comportamenti di consumo che sarebbe desiderabile adottassero senza tante questioni- e la vita dorata della corte dei Pahlavi, dominio incontrastato di rotocalchi che evitano con ogni cura di far cenno a come gli sprechi ossessivi ed insultanti della corte abbiano a suo tempo assestato un colpo fenomenale alla popolarità della monarchia.
Intanto, gli eredi Pahlavi si stanno suicidando uno dopo l'altro. Non dev'essere stata tutto questo gran che, la vita dorata a misura di rotocalco.
Sul "perpetuarsi quotidiano di esecuzioni" nella Repubblica Islamica dell'Iran, vero o presunto che sia, la classe politica peninsulare non ha titolo alcuno per intervenire.
L'esecutivo in carica deve per intero la propria fortuna ad anni di incessante propaganda forcaiola ed alla demonizzazione di interi gruppi sociali. L'utilizzo strumentale di realtà manipolate e distorte al massimo grado, di cui la Repubblica Islamica dell'Iran rappresenta soltanto l'esempio più ricorrente, è quotidiano e serve a coprire una classe politica perfettamente rappresentante i propri sudditi e totalmente incapace di influire positivamente, e senza dare adito ad illazioni, su eventi anche minimi.
Queste dinamiche non riguardano soltanto il "governo" dello stato che occupa la penisola italiana; la pervasività dei mass media di interesse locale ed il loro servile veicolare qualunque abiezione venga in mente a qualsiasi micropolitico di quartiere sta facendo putrefare anche le realtà amministrative, ridotte al punto di non saper più cosa vietare ed infarcite di giridivite, tolleranzezzèro e sentenzesemplari che vengono additate al disprezzo solo se riscontrate in quel di Tabriz.
Questa gente sta trasformando il territorio purtroppo sottoposto allo stato che occupa la penisola italiana in una sorta di immenso campo di detenzione. E non ricorda, o non ha mai saputo, certe storielle evangeliche in cui si parla di pagliuzze e di travi. Con buona pace delle "radici cristiane" tanto delicate e tanto in pericolo.
Le volpi messe a guardia dei pollai.
In occasione della recente querelle con la Repubblica Federativa del Brasile, al momento conclusasi con il "governo" dello stato che occupa la penisola italiana trattato come quel garzone di spaghettificio che è, il gazzettame filogovernativo ha ospitato lunghi "contributi" dei lettori monocordemente improntati ad una cattiveria incompetente, spicciola e sostanzialmente scimmiesca. Il risultato dell'operazione mediatica perseguita ad ogni costo dai governativi non è stato poi quello sperato perché ha spinto ad interessarsi della questione anche molti che non avevano avuto occasione di occuparsene, con il costruttivo risultato di veder confermata la considerazione peggio che negativa di cui godono ovunque sia il politicame e il gazzettaio peninsulari sia i loro sudditi.
Particolare non da poco, il "partito" di Susanna Agostini ha mandato i propri politicanti in piazza, a chiedere "giustizia". Sennò qualche gazzetta dava di terroristi anche a loro.
Consideriamo per l'ennesima volta che in galera si crepa solo a Bandar Abbas, e andiamo avanti perché tocca commentare anche l'incommentabile, ovvero il luciferino utilizzo dei mass media attribuito al presidente della Repubblica Islamica dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad.
Normalmente gli "occidentalisti" non si fanno alcun problema a ciarlare di "dittatore Ahmadinejad" e di paragonarlo ad Adolf Hitler: in questo modo forniscono a chi pone attenzione ai loro assunti la prova del fatto che le loro competenze in materia di geopolitica, di sistemi giuridici e di storia contemporanea sono state maturate nel sottoscala di qualche maccheronificio del casertano.
Il caso "di Sakinè", accostato a quello del prigioniero di cui si pretenderebbe l'estradizione dalla Repubblica Federativa del Brasile, è emblematico esempio dei due pesi e delle due misure consueti per l'"occidentalismo" politico. Il gazzettame, per mesi e mesi e mesi non si è occupato praticamente di altro. Le dichiarazioni in proposito venute dalla Presidenza della Repubblica Islamica dell'Iran si contano invece sulle dita di una mano e stanno il più delle volte tra il sorpreso e l'infastidito per la continua intromissione "occidentale" in un affare interno. Non un gran che, come "grandi capacità di utilizzo mediatico internazionale" di una vicenda.
La Presidenza della Repubblica Islamica dell'Iran dispone di un ufficio stampa che diffonde quotidianamente scarni, concisi e costruttivi comunicati. Susanna Agostini sta attribuendo ad essa un modus agendi che appartiene, invece, al gazzettame "occidentale" in generale e a quello "occidentalista" più che ad altri.
O meglio, che forse appartiene, o che dovrebbe appartenere, perché nel merito della questione l'intromissione quotidiana negli affari interni di un paese sovrano rischia ovviamente di peggiorare ulteriormente le cose. Due righe più sotto la stessa Agostini ci ricorda la "Neda" su cui si sfogarono tutti i complottisti del pianeta, morta in occasione di scontri di piazza che servirono come sanguinoso lancio pubblicitario di Libri dei Ceffi e Cinguettatori vari.
Se la memoria non ci inganna, ai tempi i messaggi sul Cinguettatore (del quale ci guardiamo bene di diventare utenti) non avevano IP in evidenza e potevano dunque arrivare da chissà dove. A tutela, dicevano, della pràivasi dei corrispondenti da realtà statuite come scomode o pericolose. In occasione degli scontri di giugno 2009 il gazzettaio "occidentalista" dette spazio ad una cinguettatina in cui un tale assicurava che la Repubblica Islamica dell'Iran "stava perdendo il controllo dell'esercito". Inutile avanzare ipotesi su cosa possa aver significato la diffusione di quest'idiozia nelle piazze gremite di quei giorni.
Susanna Agostini può anche attribuire alla Presidenza della Repubblica Islamica dell'Iran "grandi capacità di utilizzo mediatico internazionale": quando si tratta di materie come le vicende sociali e politiche iraniane, i mass media "occidentali" di cui si affermano senza prove "libertà" ed "imparzialità" dànno spesso prova di "grandi capacità di cialtroneria incompetente e di imbecillità pericolosa".
E Farideh Karamloui?
Ne parla tra gli altri un sito canadese specializzato in resoconti di viaggio.
Nella gestione del suo bed and breakfast
...Sono poche le esperienze negative capitatele in affari; tuttavia, ci racconta, esistono anche queste. "Ho ospitato due persone dallo stato sionista, gente davvero molto giovane. Quando sentirono che non ero d'accordo con il governo iraniano, si mostrarono molto sorpresi. Parlammo insieme per circa un ora" -dice con un sorriso triste- "Ma poi, sul loro sito web, scrissero su di me cose molto cattive. Cose che non erano vere."Affermazioni che dimostrano come al solito che tra weltanschauung "occidentalista" e mondo reale non esiste alcun rapporto. L'unica categorizzazione del reale operata dagli "occidentalisti" è quella, dicotomica e palloneggiante, del "noi contro di loro". Il mondo degli "occidentalisti" si riduce sostanzialmente ad un pallonaio ciarlante punteggiato di femmine poco vestite e di insalatiere colme di maccheroni, per cui non è che gli servano strategie cognitive di più ampia portata. Tuttavia in esse episodi come quello su riportato, in cui i soggetti si scambiano proditoriamente i ruoli di buoni e di cattivi, di dissidenti e di governativi, non hanno semplicemente diritto di cittadinanza.
La differenza tra politicame "occidentalista" e non "occidentalista" si sta riducendo fino a scomparire ed in questo scritto abbiamo toccato alcuni dei contesti in cui questo si è già verificato, tuttavia qualche minima differenza ancora sussiste.
Farideh Karamloui afferma nello stesso articolo che
"I sudditi dello stato che occupa la penisola italiana, specialmente qui a Firenze, sono molto abituati a convivere con la presenza di turisti, ma negli ultimi cinque o sei anni le cose sono cambiate. Le politiche del Comune di Firenze non sono buone. Non ci sono più molte famiglie a vivere nel centro storico, vivono a dieci, quindici minuti fuori città... Risentono un po' della presenza dei turisti".Un'amministrazione comunale scopertamente "occidentalista" non avrebbe neppure previsto la presenza di qualcosa di simile ad una "commissione pace", derubricata senza appello a roba da terroristi islamonazianarcocomunisti, e questo avrebbe già chiuso la questione. Nel caso fosse esistito qualcosa di simile, una critica tanto feroce all'amministrazione comunale non solo avrebbe negato a Farideh Karamloui la possibilità di perorare in quella sede la propria causa, ma avrebbe con ogni probabilità messo in moto qualche microgazzettiere a libro paga, esplicitamente incaricato di farne scempio con ogni mezzo necessario.