A metà 2011 l'"occidentalismo" da spaghetteria in azione nella città di Firenze, che si è sempre mosso in un contesto esplicitamente e logicamente ostile, sta passando un momento peggiore del consueto.
L'unificazione di due formazioni preesistenti in un unico partito "occidentalista" ha comportato non tanto la fusione, quanto la completa scomparsa dal panorama cittadino di qualunque tipo di attività politica giovanile che avesse quell'area politica come riferimento, con la sola eccezione di un gruppo che compendia la propria attività nel lordamento di ogni cantonata con propaganda abietta , e che si è dato il nome di Casaggì. Si tratta di un aggregato ininfluente, in tutto considerabile come attendibile espressione di un "partito" così fedelmente rappresentativo dei sudditi ,che schiera ad ogni livello gente incapace perfino di presentare nella maniera corretta il materiale richiesto per partecipare ad una consultazione elettorale dalla portata ridicola.
Negli ultimi sei mesi, confinata in un sottoscala cittadino, Casaggì ha tagliato i traguardi che seguono, elencati senza pretesa di esaustività e sorvolando su aneddotiche, comunicazioni personali e voci di corridoio che contribuiscono in misura anche maggiore ad un ritratto già pessimo per conto proprio.
- Bacchettate istituzionali, impartite con atteggiamenti compresi tra la sufficienza e la presa in giro.
- Mezza risma di sanzioni amministrative per aver sconciato Firenze intera con colla e manifesti[*].
- Rassegna della servitù governativa, alla presenza di una che nello stato che occupa la penisola italiana figurerebbe come "ministro della gioventù".
Il "ministro" su ricordato è noto esclusivamente per la satira di cui è oggetto e per il pressappochismo con le còtiche che ne domina incontrastato ed incontrastabile qualunque inziativa.
Casaggì si è trovata costretta a prendere atto di una realtà semplicissima: visibilità mediatica ed approvazione sociale non sempre coincidono.
Nel caso di Casaggì, anzi, non potrebbero essere più distanti perché la ricerca di una visibilità mediatica ad ogni costo ed intesa come mezzo e fine al tempo stesso, ha risultati addirittura controproducenti, come andremo ad illustrare.
Il risultato complessivo dello sfruttamento quotidiano di agganci poltronistici e di entrature gazzettiere ha fatto sì che da moltissimo tempo anche i commentatori più aperti e disponibili, al di fuori del gazzettame obbligato a fare altrimenti dalla natura servile del proprio operato, abbiano classificato Casaggi come un'esperienza politica meritevole di poca o punta considerazione.
Nel caso specifico, il gruppetto di sguatteri fiorentini direttamente ammanicato al principale partito "occidentalista" della penisola italiana ha rilasciato un comunicato stampa che fa letteralmente a pugni con il registro trionfalistico cui è monocordemente improntata la sua comunicazione politica, lasciando pensare a lettori ed elettori che, come sempre, la realtà deve essere una cosa con cui l'"occidentalismo" ha un rapporto piuttosto labile.
Dell'operazione si sono incaricati uno grasso di Scandicci, che è di Scandicci ed è grasso, e Francesco Torselli. Si è scomodato anche un certo Scatarzi, e non c'è motivo di non ricordare il significato che, in greco moderno, il vocabolo σκάτα possiede.
Al resto ha pensato il gazzettaio di cui sopra, ed in modo particolare il negletto "Giornale della Toscana" che abbiamo l'impressione di essere praticamente gli unici ad utilizzare come fonte, sia pure ai fini di irriderne e disprezzarne tutto quanto vi sia di risibile e di disprezzabile.
Il tutto ha peggiorato ulteriormente le cose, mostrando una compagine "occidentalista" letteralmente con le spalle al muro.
Parrebbe di capire che nonostante le migliaia di simpatizzanti elencate sul Libro dei Ceffi, all'atto pratico sia impossibile per i giovani "occidentalisti" il puro e semplice uscire di casa senza essere fatti oggetto di atti di disprezzo di ogni genere; la "presenza territoriale" a colpi di colla murale, vanto principale di quegli indossatori di berretti con la visiera sulla nuca, non ha impedito che qualcun altro facesse loro il verso andando tranquillamente a spargere colla e manifesti dirimpetto al loro sottoscala. Ed irridendo per giunta la vittima di un'aggressione di trentacinque anni fa sulla cui vicenda si basano le produzioni editoriali di un paio di case editrici come minimo.
Quello grasso di Scandicci, che dei tre frequentatori di uffici stampa sarebbe il più alto in poltrona ed in retribuzione, non ha certo mancato l'occasione per dare prova della propria assoluta incompetenza:
Se si scende di scala gerarchica -e gli "occidentalisti" per la gerarchia hanno una passione che viene meno solo quando intervengono quelle per la furbata, lo sgambetto, la raccomandazione e la vendetta spicciola e meschina- scendono ovviamente anche le competenze e la cognizione di causa. E qui entra in scena Marco Scatarzi, che in un contesto di rapporti numerici peggio che scoraggianti non trova di meglio, per arginare in qualche modo la violenta impopolarità di cui si vena a tratti l'indifferenza che circonda abitualmente la propaganda politica escreta dalla sua organizzazione, di aggiungere del proprio a dichiarazioni già controproducenti per loro conto.
Non potendo fare nomi e cognomi di persone singole e non potendo citare organizzazioni senza fare la figura del mangiatore di maccheroni (o senza rischiare, perché no, di completare la collezione di verbali su citata con qualche querela per diffamazione) lo Scatarzi statuisce trattarsi di "giovani di estrazione borghese che giocano alla rivoluzione proletaria e che la notte rincasano nelle ville di Settignano tra maggiordomi e piscine", secondo uno script che è sempre lo stesso da almeno tre decenni.
Se ne deve concludere che è fuori questione, per un "occidentalista" interiorizzare il fatto puro e semplice che nella vita reale esiste un numero crescente di contesti e di persone, che supera di molto la trascurabile quota di individui consuetamente dediti all'attivismo politico, in cui lo schifo, il disprezzo, l'indignazione e l'insofferenza hanno superato il limite che divide l'intenzione dall'azione.
E lo schifo, il disprezzo, l'indignazione e l'insofferenza hanno come esplicito bersaglio la propaganda diffusa dai pilastri umani su cui si reggono i tagli scolastici della Gelmini, la TAV, i grandi ed inutili lavori, la CIA che fa quel che diavolo le pare, la nullità di Franco Frattini, le notti in discoteca di Ignazio Benito Maria La Russa e le sue gite turistiche in Afghanistan, l'aggressione all'Iraq, l'aggressione alla Grande Jamahiria Araba di Libia Popolare e Socialista con cui si è trescato fino all'altro ieri, la pretesa-barzelletta del disarmo di Hizbollah, il controllo unificato di mezzi d'informazione che fanno in blocco rimpiangere l'obiettività e la concretezza della Pravda, i campi di concentramento travestiti da CIE, l'appoggio incondizionato a furbacchioni travestiti da imprenditori ed azionisti, gli scudi fiscali per i furbacchioni travestiti da furbacchioni, i rastrellamenti da SS nel distretto tessile pratese, le pacche sulle spalle tra sionisti veccchi e nuovi mentre a Gaza si muore sotto il fosforo, i terremoti-passerella, le carceri infernali, gli sciali miliardari per le festicciole tra potenti, la militarizzazione della vita sociale, il clima artefatto e demenziale di terrore quotidiano, la gigantesca fogna di favori sessuali ed elettorali che costituisce per intero l'arena politica, ed i gendarmi che prendono a calci i ragazzini sotto l'occhio compiaciuto della spazzatura umana che impesta le redazioni amiche.
Le differenze che corrono tra i mangiaspaghetti da sottoscala e la loro più consistente controparte, quella capace di distinguere tra vita concreta e Libro dei Ceffi, possono essere riassunte da due immagini che rappresentano due modi diversi di intendere l'esistenza. Dovrebbero, tra l'altro, essere state pubblicate dagli originali in date molto vicine tra loro.
I cimiteri da una parte, le piazze dall'altra.
Tanto dovrebbe bastare.
[*] I blog ed i siti riconducibili a quel gruppo di giovani buongustai si presentano letteralmente infarciti di quelli che sono evidenti esercizi di autodelazione. Negli ambienti "occidentalisti" la delazione è un'arma "politica" insegnata e praticata fin dall'adolescenza, quindi la cosa non deve provocare troppa meraviglia.
L'unificazione di due formazioni preesistenti in un unico partito "occidentalista" ha comportato non tanto la fusione, quanto la completa scomparsa dal panorama cittadino di qualunque tipo di attività politica giovanile che avesse quell'area politica come riferimento, con la sola eccezione di un gruppo che compendia la propria attività nel lordamento di ogni cantonata con propaganda abietta , e che si è dato il nome di Casaggì. Si tratta di un aggregato ininfluente, in tutto considerabile come attendibile espressione di un "partito" così fedelmente rappresentativo dei sudditi ,che schiera ad ogni livello gente incapace perfino di presentare nella maniera corretta il materiale richiesto per partecipare ad una consultazione elettorale dalla portata ridicola.
Negli ultimi sei mesi, confinata in un sottoscala cittadino, Casaggì ha tagliato i traguardi che seguono, elencati senza pretesa di esaustività e sorvolando su aneddotiche, comunicazioni personali e voci di corridoio che contribuiscono in misura anche maggiore ad un ritratto già pessimo per conto proprio.
- Bacchettate istituzionali, impartite con atteggiamenti compresi tra la sufficienza e la presa in giro.
- Mezza risma di sanzioni amministrative per aver sconciato Firenze intera con colla e manifesti[*].
- Rassegna della servitù governativa, alla presenza di una che nello stato che occupa la penisola italiana figurerebbe come "ministro della gioventù".
Il "ministro" su ricordato è noto esclusivamente per la satira di cui è oggetto e per il pressappochismo con le còtiche che ne domina incontrastato ed incontrastabile qualunque inziativa.
Casaggì si è trovata costretta a prendere atto di una realtà semplicissima: visibilità mediatica ed approvazione sociale non sempre coincidono.
Nel caso di Casaggì, anzi, non potrebbero essere più distanti perché la ricerca di una visibilità mediatica ad ogni costo ed intesa come mezzo e fine al tempo stesso, ha risultati addirittura controproducenti, come andremo ad illustrare.
Il risultato complessivo dello sfruttamento quotidiano di agganci poltronistici e di entrature gazzettiere ha fatto sì che da moltissimo tempo anche i commentatori più aperti e disponibili, al di fuori del gazzettame obbligato a fare altrimenti dalla natura servile del proprio operato, abbiano classificato Casaggi come un'esperienza politica meritevole di poca o punta considerazione.
Nel caso specifico, il gruppetto di sguatteri fiorentini direttamente ammanicato al principale partito "occidentalista" della penisola italiana ha rilasciato un comunicato stampa che fa letteralmente a pugni con il registro trionfalistico cui è monocordemente improntata la sua comunicazione politica, lasciando pensare a lettori ed elettori che, come sempre, la realtà deve essere una cosa con cui l'"occidentalismo" ha un rapporto piuttosto labile.
Dell'operazione si sono incaricati uno grasso di Scandicci, che è di Scandicci ed è grasso, e Francesco Torselli. Si è scomodato anche un certo Scatarzi, e non c'è motivo di non ricordare il significato che, in greco moderno, il vocabolo σκάτα possiede.
Al resto ha pensato il gazzettaio di cui sopra, ed in modo particolare il negletto "Giornale della Toscana" che abbiamo l'impressione di essere praticamente gli unici ad utilizzare come fonte, sia pure ai fini di irriderne e disprezzarne tutto quanto vi sia di risibile e di disprezzabile.
Il tutto ha peggiorato ulteriormente le cose, mostrando una compagine "occidentalista" letteralmente con le spalle al muro.
Parrebbe di capire che nonostante le migliaia di simpatizzanti elencate sul Libro dei Ceffi, all'atto pratico sia impossibile per i giovani "occidentalisti" il puro e semplice uscire di casa senza essere fatti oggetto di atti di disprezzo di ogni genere; la "presenza territoriale" a colpi di colla murale, vanto principale di quegli indossatori di berretti con la visiera sulla nuca, non ha impedito che qualcun altro facesse loro il verso andando tranquillamente a spargere colla e manifesti dirimpetto al loro sottoscala. Ed irridendo per giunta la vittima di un'aggressione di trentacinque anni fa sulla cui vicenda si basano le produzioni editoriali di un paio di case editrici come minimo.
Quello grasso di Scandicci, che dei tre frequentatori di uffici stampa sarebbe il più alto in poltrona ed in retribuzione, non ha certo mancato l'occasione per dare prova della propria assoluta incompetenza:
“Se nella città che ha conosciuto da vicino la follia omicida delle BR addirittura contro un suo Sindaco, vi sono ancora delle sacche di militanza politica che si fregiano di slogan e simboli appartenenti a quell’esperienza terroristica e credono di poter agire indisturbate nel minacciare ed aggredire giovani che scelgono di militare nelle organizzazioni giovanili vicine al PdL, occorre lo sforzo di tutti per isolare questi elementi e chiudere i luoghi dove essi si ritrovano”.Chiunque conosca anche per sommi capi l'argomento sa bene che l'inafferrabilità e l'efficienza delle organizzazioni combattenti si giova proprio di operazioni repressive di questo genere. Le "esperienze" paventate dal grasso di Scandicci (cui le precedenti disavventure non hanno insegnato ovviamente alcunché) e dal sostenitore di Codreanu hanno avuto maggiore efficacia quando pianificavano le loro azioni chiacchierando tranquillamente nelle piazze o in locali pubblici di ogni genere, virtualmente impattugliabili per qualunque gendarmeria.
Se si scende di scala gerarchica -e gli "occidentalisti" per la gerarchia hanno una passione che viene meno solo quando intervengono quelle per la furbata, lo sgambetto, la raccomandazione e la vendetta spicciola e meschina- scendono ovviamente anche le competenze e la cognizione di causa. E qui entra in scena Marco Scatarzi, che in un contesto di rapporti numerici peggio che scoraggianti non trova di meglio, per arginare in qualche modo la violenta impopolarità di cui si vena a tratti l'indifferenza che circonda abitualmente la propaganda politica escreta dalla sua organizzazione, di aggiungere del proprio a dichiarazioni già controproducenti per loro conto.
Non potendo fare nomi e cognomi di persone singole e non potendo citare organizzazioni senza fare la figura del mangiatore di maccheroni (o senza rischiare, perché no, di completare la collezione di verbali su citata con qualche querela per diffamazione) lo Scatarzi statuisce trattarsi di "giovani di estrazione borghese che giocano alla rivoluzione proletaria e che la notte rincasano nelle ville di Settignano tra maggiordomi e piscine", secondo uno script che è sempre lo stesso da almeno tre decenni.
Se ne deve concludere che è fuori questione, per un "occidentalista" interiorizzare il fatto puro e semplice che nella vita reale esiste un numero crescente di contesti e di persone, che supera di molto la trascurabile quota di individui consuetamente dediti all'attivismo politico, in cui lo schifo, il disprezzo, l'indignazione e l'insofferenza hanno superato il limite che divide l'intenzione dall'azione.
E lo schifo, il disprezzo, l'indignazione e l'insofferenza hanno come esplicito bersaglio la propaganda diffusa dai pilastri umani su cui si reggono i tagli scolastici della Gelmini, la TAV, i grandi ed inutili lavori, la CIA che fa quel che diavolo le pare, la nullità di Franco Frattini, le notti in discoteca di Ignazio Benito Maria La Russa e le sue gite turistiche in Afghanistan, l'aggressione all'Iraq, l'aggressione alla Grande Jamahiria Araba di Libia Popolare e Socialista con cui si è trescato fino all'altro ieri, la pretesa-barzelletta del disarmo di Hizbollah, il controllo unificato di mezzi d'informazione che fanno in blocco rimpiangere l'obiettività e la concretezza della Pravda, i campi di concentramento travestiti da CIE, l'appoggio incondizionato a furbacchioni travestiti da imprenditori ed azionisti, gli scudi fiscali per i furbacchioni travestiti da furbacchioni, i rastrellamenti da SS nel distretto tessile pratese, le pacche sulle spalle tra sionisti veccchi e nuovi mentre a Gaza si muore sotto il fosforo, i terremoti-passerella, le carceri infernali, gli sciali miliardari per le festicciole tra potenti, la militarizzazione della vita sociale, il clima artefatto e demenziale di terrore quotidiano, la gigantesca fogna di favori sessuali ed elettorali che costituisce per intero l'arena politica, ed i gendarmi che prendono a calci i ragazzini sotto l'occhio compiaciuto della spazzatura umana che impesta le redazioni amiche.
Le differenze che corrono tra i mangiaspaghetti da sottoscala e la loro più consistente controparte, quella capace di distinguere tra vita concreta e Libro dei Ceffi, possono essere riassunte da due immagini che rappresentano due modi diversi di intendere l'esistenza. Dovrebbero, tra l'altro, essere state pubblicate dagli originali in date molto vicine tra loro.
Gli "occidentalisti", morti già da vivi, lungo la via di un cimitero.
I loro avversari, vivi anche da morti, in mezzo ad una piazza.
I cimiteri da una parte, le piazze dall'altra.
Tanto dovrebbe bastare.
[*] I blog ed i siti riconducibili a quel gruppo di giovani buongustai si presentano letteralmente infarciti di quelli che sono evidenti esercizi di autodelazione. Negli ambienti "occidentalisti" la delazione è un'arma "politica" insegnata e praticata fin dall'adolescenza, quindi la cosa non deve provocare troppa meraviglia.