Scrivevamo appena un mese fa che nel 2008 il cosiddetto salvataggio della cosiddetta "compagnia aerea di bandiera" dello stato che occupa la penisola italiana fu uno dei temi più propagandati dal governo "occidentalista": privatizzazione e corollari annessi, più in là non ci andavano e non ci vanno. In questo caso però la propaganda insisté molto sul fatto che l'operazione era stata condotta tramite una "cordata nazionale".
Scrivemmo che "Roma non fu distrutta in un giorno" per cui ci voleva del tempo anche per distruggere una compagnia aerea. Ci premurammo anche di descrivere e motivare la nostra preferenza per realtà più normali, come quella della Türk Hava Yollari o dell'Iran Air.
A quattro anni di distanza, i risultati sarebbero questi: un'organizzazione che perde più di seicentomila euro al giorno e che ha perso qualcosa come i tre quarti del capitale.
Il loro orgoglio nazionale.
Il loro orgoglio nazionale.
A questi prodigi di ingegneria gestionale i pizzapastas sono riusciti ad aggiungere una serie di partnership e di "code sharing" sui quali -è proprio il caso di dirlo- sarebbe davvero meglio sorvolare. Tra le altre cose si è pensato bene di rendere più "appetibili" gli aerei dei vettori a contratto imponendo loro la livrea della compagnia aerea in oggetto, secondo una prassi che sarebbe accolta da risatine di scherno dagli allievi del primo anno di qualsiasi scuola commerciale.
Dopo qualche mese di voci di corridoio, maldicenze, avvisaglie ben interpretate e documentatissime critiche da parte dell'utenza, il 2 febbraio 2013 un turboelica di una compagnia aerea rumena in "code sharing" in atterraggio a Roma esce di pista: aereo danneggiato e una quindicina di feriti. La prima preoccupazione di quelli con la cravatta? Far sparire dalla fusoliera dell'aereo la livrea ed il logo della compagnia.
A giudicare dalle immagini e sempre che non si tratti del solito scherzo fatto con qualche programma di ritocco (la norma, con le gazzette: tanto sono sempre in tempo a smentire) pare che qualcuno abbia dato di bianco con tanta fretta da coprire per intero anche la fila dei finestrini.
La bandiera della Repubblica di Romania invece hanno avuto cura di lasciarla in bella evidenza.
Dopo qualche mese di voci di corridoio, maldicenze, avvisaglie ben interpretate e documentatissime critiche da parte dell'utenza, il 2 febbraio 2013 un turboelica di una compagnia aerea rumena in "code sharing" in atterraggio a Roma esce di pista: aereo danneggiato e una quindicina di feriti. La prima preoccupazione di quelli con la cravatta? Far sparire dalla fusoliera dell'aereo la livrea ed il logo della compagnia.
A giudicare dalle immagini e sempre che non si tratti del solito scherzo fatto con qualche programma di ritocco (la norma, con le gazzette: tanto sono sempre in tempo a smentire) pare che qualcuno abbia dato di bianco con tanta fretta da coprire per intero anche la fila dei finestrini.
La bandiera della Repubblica di Romania invece hanno avuto cura di lasciarla in bella evidenza.