Una delle più abiette -e dunque rappresentative- formazioni "occidentaliste" protagoniste della vita politica nella penisola italiana si fa chiamare "Lega Nord".
Nelle realtà normali chi caldeggia e promuove la secessione di questa o quella parte di uno stato sovrano non può attendersi troppi riguardi dalle istituzioni. Dal momento che la normalità non riguarda a nessun titolo lo stato che occupa la penisola italiana ed i suoi sudditi (e men che mai i loro rappresentanti) nel corso degli anni gli esponenti della "Lega Nord" hanno fatto ottime carriere politiche nello stesso stato che andavano dicendo di voler disgregare. La normalità ed il "paese" dove mangiano maccheroni percorrono rotte parallele, al punto che invece di fucilarlo come un cane per alto tradimento, hanno trovato normalissimo affidare per anni ad un esponente di questa formazione politica la carica di ministro degli affari interni.
Nonostante abbia avuto molta fortuna in altre zone della penisola, in Toscana la "Lega Nord" ha seguito strategie propagandistiche che denotano una pessima conoscenza del terreno e la presenza dei suoi esponenti in occasione di questa o quella campagna elettorale è servita soltanto a tenere occupati i gazzettieri e soprattutto la gendarmeria. I suffragi ottenuti nel 2010 servirono a mandare in consiglio regionale quattro nullità il cui gruppo si dissolse nel giro di due anni.
A complicare le cose c'è anche il fatto che l'ultima revisione ideologica della "Lega Nord" ha definitivamente incistato il "partito" nel truogolo dell'"occidentalismo" più ebefrenico, che ha il brutto difetto di essere gremito: inoltre i sedicenti avversari dell'"occidentalismo" ne hanno depredato il patrimonio propagandistico e la loro offerta politica non è in alcun modo distinguibile da quella "occidentalista". Detto altrimenti, le formazioni politiche che additano ai sudditi un incubo distopico di zingari, scippatori e tagliagole cui interessano solo le comodità di una casa popolare (ah, e le schede telefoniche) sono più di quante gli organi di rappresentanza possano ospitarne. La concorrenza è forte, il target è sempre quello, la propaganda ha saturato. Il numero del "comizio" a Livorno con salvataggio dell'oratore da parte della gendarmeria viene ripetuto ad ogni consultazione elettorale ed è talmente logoro che solo gazzette "occidentali" possono trovare visibilità da dedicargli, magari frignando di democratismo. La cosa parrebbe improbabile, ma chissà che non esistano limiti almeno fisici persino alla corsa al ribasso imposta dalla politica "occidentalista".
I nostri lettori sanno che lo sfaticato Matteo Salvini, nonostante le gazzette ne ricordino la carica di "segretario federale della Lega Nord" altro non è che un diplomato divorziato e in sovrappeso con l'abitudine di sputare nel piatto in cui mangia.
Difficile farsi notare con un simile curriculum: le mescite della penisola italiana raccolgono migliaia di elementi del genere.
Tocca cercare di far notizia sperando nell'equivalente gazzettiero del farsi largo a gomitate, e che un numero sufficiente di sudditi si senta rappresentato da un diplomato divorziato e in sovrappeso che sputa abitualmente nel piatto in cui mangia.
Vista la storia politica della penisola italiana la cosa è più che probabile, concorrenza nonostante: Matteo Salvini può dormire tranquillo.