Francesca Campana Comparini è un nome noto nella Firenze dei ben vestiti dal ristorante facile, ed è normale che non dica assolutamente niente a chi lavora tutto il giorno, gira in feldgrau e non è abituato a separarsi da grosse cifre (magari messe in nota spese) per roba che di lì a qualche ora prende la via delle fognature.
Di Francesca Campana Comparini ci siamo occupati tempo fa indicando le caratteristiche salienti del suo curriculum, che in caso di sponsali appena appena meno doviziosi (qui su Archive) le avrebbe al massimo assicurato un posto da insegnante precaria facendola contribuire come decine di migliaia di altre ben sposate a professionisti e funzionari alla situazione che manda in bestia Gianmarco Perboni (qui su Archive):

Il motivo principale della bassa retribuzione degli insegnanti deriva proprio dal fatto che, storicamente, si tratta di una professione femminile. Anche in tempi più recenti, quando ormai bene o male le donne avevano conquistato la parità retributiva, la condizione dell'insegnante (donna) era sempre vista come non propriamente lavorativa, perché la figura tipica era la moglie del professionista, che insegnava per avere un'occupazione, tanto a casa c'era la donna di servizio a sbrigare le faccende, figuriamoci se le importava dello stipendio. Nominarle poi la parola sindacato la faceva inorridire.
Risultato: leggo le statistiche comparative, vedo quanto guadagna un insegnante di Cipro (cinque volte più di me) e mi metto a piangere.
Il matrimonio con un console onorario[*] dello stato sionista invece sembra che permetta di volare assai più alto, e di dedicare buona parte della propria visibilità a un Festival delle Religioni biennale destinato senza dubbio a ospitare musulmani buonissimi.
I musulmani cattivi sono quelli dell'imam di Firenze Izzedine Elzir, che la Campana Comparini in Carrai richiama rudemente all'ordine dal Libro dei Ceffi:
Caro Izzedin,
Rimango basita di queste parole che ho letto stamani su La Repubblica di Firenze: "io non ho alcun dovere di render conto di nulla a nessuno (…) C'è il diritto di chiedere? Bene c’è anche il diritto di non rispondere". A causa dei terroristi di Hamas, il cui nome tu non hai il coraggio di pronunciare e condannare, mio marito e la mia famiglia vivono con la polizia alla porta per le continue minacce che ci arrivano.
Eccome se tu devi render conto come capo di quella comunità religiosa. È questione di rispetto della nostra amicizia. Rispetto verso chi ha fatto carte false per trovare alla tua comunità, per la quale nutriamo profondo affetto, un luogo dignitoso dove pregare. Rispetto verso la verità dei fatti ovvero che Hamas è un’organizzazione terroristica riconosciuta tale da quasi tutto il mondo.
Rispetto verso chi ingiustamente vive sotto protezione a causa di quel fanatismo che tu timidamente condanni e non condanni, sotto il paracadute della “situazione terribile e complessa”. Non mi risulta che tu sia sotto scorta perché il mondo israeliano ti minaccia. Ma di quale pace parli?
Francesca Campana Comparini, ideatrice e organizzatrice del Festival delle Religioni, all’Imam di Firenze, Izzedin Elzir.
La produzione è quella della propaganda "occidentalista" che in questa sede deridiamo e additiamo al disprezzo delle persone serie da circa quindici anni: "o dici quello che io voglio che tu dica, e guai a te se ricorri a congiunzioni ipotetiche o avversative, o ti trovi arruolato per coscrizione nelle file di [formazione combattente qualsiasi, purché invisa ai ben vestiti], SS-Oberschütze su un'altana di Buna-Monowitz, o entrambe le cose insieme".
Elzir deve sopportare roba del genere da più di vent'anni e c'è se mai da meravigliarsi che mantenga la calma.
Con la gendarmeria alla porta, in casa Carrai Campana Comparini si deve avere una certa quale familiarità: i gendarmi, ad esempio, una volta hanno portato delle cose da firmare dove un signore si diceva interessato a sapere qualcosa di più dettagliato su una certa amica africana arrivata con una grossa somma di denaro in contanti (qui su Archive). Sulle continue minacce invece nulla è dato sapere: persino il Libro dei Ceffi, che è la via ordinaria con cui buoni a nulla e sfaccendati di vario genere procedono in proposito, non mostra nulla di inquietante né sulla autoschedatura di Marco Carrai né su quella del Festival delle Religioni. Più facile che la gendarmeria si ripresenti alla porta di casa Carrai Campana Comparini per sapere qualcosa di più preciso su quelle carte false che aggiungono un tocco di eloquente simpatia in più alle righe di Francesca, che ha col destinatario il tipo di atteggiamento che i ricchi ben vestiti tengono nei confronti di chiunque sia meno ricco, meno ben vestito e ipso facto tenuto a mostrare deferenza.
Adesso veniamo al sodo. I ricchi ben vestiti, secondo la felice definizione di Erri de Luca cui ci rifacciamo abitualmente in questa sede, chiamano terrorismo qualsiasi cosa non gli procuri un reddito. Al netto di questa premessa i combattenti di Hamas al momento in cui scriviamo non sono apprezzati nello stato sionista, negli USA, nel Regno Unito, nell'Unione Europea, in Giappone, Paraguay, Canada e Australia (qui su Archive). Un "quasi tutto il mondo" che noi persone serie chiameremmo invece "paesi occidentali, e nemmeno tutti". Col resto del pianeta che li ammira e li tollera sempre meno e ci sarebbe da stupirsi del contrario.
Lo stato sionista, come sa chiunque ne conosca sul serio la storia sia pure per sommi capi, ha fatto delle eliminazioni selettive una delle molte prassi legate alla propria dottrina militare. Se il signor Elzir avesse rappresentato una seria minaccia per il quieto vivere di Ari, Bibi, Mitzi, Yaeli, Uri, Tzipi eccetera sarebbe stato da tempo oggetto di provvedimenti adeguati.
Va ricordato anche che esiste una nutrita aneddotica sulla prassi diffusa presso i cittadini dello stato sionista di considerare i palestinesi come se non esistessero neppure: gente cui tagliare gli ulivi e cementare i pozzi da un anno all'altro, nei cui confronti le punizioni collettive sono prassi abituale e diventano letteralmente un'occasione di svago (qui su Archive).
Ora, l'"occidentalista" da gazzetta, specie se ben vestito, non è allergico solo alle congiunzioni ipotetiche e avversative. È allergico anche a chi non dicotomizza il mondo nello stile di quelle bestie del pallone che sono il miglior fenomeno di piena interiorizzazione dei "valori occidentali": come si permette dunque il signor Elzir di accennare alla terribile complessità di una situazione che i sionisti di complemento gli hanno già usato la cortesia di semplificare.
La pace degli "occidentalisti" contempla solo la cancellazione dal mondo -possibilmente in senso fisico- di chiunque abbia il torto di non piacergli. Che le persone serie non abbiano alcun motivo per rapportarsi con loro è il minimo che possa verificarsi.
Lo stato sionista è nato da una impresa coloniale, esiste e si comporta da stato di apartheid. Normalissimo che abbia i problemi delle imprese coloniali e degli stati di apartheid, compresa la resistenza alla cancellazione da parte dei colonizzati.



[*] Neanche console: console onorario.
"...Neanche cuoco... sottocuoco...!" (cit).